Il 47^ cromosoma della felicità

A dare il via agli eventi legati alla Festa Patronale di Robecco sul Naviglio, giovedì 31 agosto, è stata una serata veramente speciale; si sarebbe dovuto parlare di temi difficili da affrontare… la disabilità e le difficoltà che questa comporta nell’affrontare la vita di tutti i giorni. Invece è stata una serata di gioia e un inno alla vita: Nicole Orlando ha travolto di simpatia e buon umore i presenti. E di commozione.

Brillante, indipendente, determinata... così si è presentata Nicole; splendente di vitalità, autoironia, educazione: è nata a Biella nel 1993, con un cromosoma in più, ed è portatrice della sindrome di Down.

«Io non sono una persona down, sono una persona con la sindrome di Down. Down è un cognome, non un aggettivo. Non bisogna tradurre la parola dall’inglese per dare il significato di “inferiore, in basso, giù”; Down è il cognome di John Langdon, il dottore che nel 1866 ha messo insieme le caratteristiche della sindrome. Certo sarebbe stato meglio se il cognome del dottore fosse stato Beautiful o Happy perché allora oggi noi saremmo definite persone Happy, come mi sento sempre io, super felice» racconta Nicole.

Con la sua inesauribile forza di volontà ha dimostrato, contro ogni pregiudizio, che nelle persone come lei non c’è solo la disabilità ma, tantissima abilità e voglia di vivere.

«Io ho un cromosoma in più, ed è come se dovessi correre i 100 metri controvento; ma il mio quarantasettesimo cromosoma rappresenta la mia marcia in più, il mio punto di forza, il mio “cromosoma della felicità”.

Fin da piccolissima i genitori l’hanno stimolata a non fermarsi davanti alle difficoltà e della frase, tante volte ripetutale dai genitori “vietato dire non ce la faccio”, ha fatto la sua forza e il suo mantra. Nuoto, basket, ginnastica, danza, atletica… genitori, educatori ed esperti hanno dato subito il via alla sua carriera sportiva per renderla più forte. E Nicole si è tuffata nella vita con coraggio, superando scogli e correnti contrarie: «Ho dovuto affrontare anche l’ignoranza della gente che mi considerava come una bambola rotta. In tanti mi vedevano come una macchina a cui si erano dimenticati di mettere il motore. Però per fortuna avevo le ruote e sono riuscita a partire comunque. Aiutata da tutta la mia famiglia!».

Nicole rivolge costantemente l’attenzione ai suoi cari con parole e cuore; durante la serata chiede spesso conferma delle avventure che racconta a Giovanni: «Vero papi?». E ricorda dell’indomito coraggio di mamma Roberta, della vicinanza e del sostegno dell’amatissima nonna Fiorella che le manca tantissimo, del nonno Sandro che la accompagna ovunque. Per i fratelli ha un amore smisurato: il suo “Mischi” (Michel) con il quale ha diviso anni importantissimi di crescita e attenzioni e con il quale gioca ancora con la play station. E che dire di Caroline? La sua consulente di “questioni da donne” come trucco, abbigliamento e amore… «Nulla è impossibile soprattutto se cresciamo in un ambiente sereno. E paziente. Io non faccio parte di un mondo a parte; ma sono una parte del mondo. Una parte travolgente, una vera avventura». E Nicole ha conquistato medaglie, battuto record, demolito pregiudizi; ha vinto quattro medaglie d’oro e un argento ai Mondiali 2015 per atleti con sindrome di Down in Sud Africa; è stata invitata a “Uno mattina”, “I fatti vostri”, “La vita in diretta”, “Domenica In” “Sanremo”; ha partecipato a “Ballando con le stelle”, in coppia con Stefano Oradei («che mi piaceva moltissimo, come la Carlucci; invece Rita Pavone non tanto…»); ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Matteo Renzi, Papa Francesco.

Giovedì in sala consigliare, a stimolarla con domande e battute c’erano il sindaco, Fortunata Barni, e il consigliere con delega allo sport Andrea Noè. Riccardo Barlaam, giornalista del Sole 24 ore, ha moderato l’incontro. E quando le sono stati offerti targa ricordo e fiori, Nicole con la sincerità che le è congeniale, ha esclamato felice: «La targa è molto bella, ma ne ho tante. I fiori mi piacciono tantissimo di più!».

In fila, al termine della serata, tante persone commosse e desiderose di un autografo sul libro di Nicole “Vietato dire non ce la faccio”. A ciascuno lei ha dedicato una pensiero particolare; ma prima della firma ha disegnato per tutti un cuore. Quello che le fa amare la vita e il mondo. Senza preclusioni. Senza eccezioni.

Nicole ha fatto cambiare la rotta al vento che alla nascita sembrava soffiarle contro; ora il vento la sospinge: «Tanti ragazzi normodotati vogliono sapere tutto di me e mi domandano il segreto del mio successo. Ma io non ho un segreto, inseguo semplicemente i sogni. Come fanno tutti. E se mi chiedono cosa vorrei diventare, posso solo rispondere: una persona che non stupisce più nessuno! Perché vuol dire che finalmente la gente avrà capito che, con l’impegno e gli aiuti necessari, anche chi ha la sindrome di Down si merita una vita degna di essere vissuta».

Paola Mazzullo

www.paolamazzullo.it