Cucinare? Una passione che spesso si eredita dai nonni

Ambasciata del Gusto, Milano Gourmet Experience

“Credo i ragazzi in cucina, almeno per un po’, non vorranno più saperne di snocciolare le olive per la preparazione delle olive ascolane” racconta ridendo la chef Sabrina Tuzi; gli aspiranti chef Ambasciatori del Parco del Ticino in effetti si sono “confrontati”, con tanta pazienza, con 8 kilogrammi di olive cerignola, da snocciolare a spirale a mano, per preparare il fritto piceno, per lo Chic nic e il Brunch, di domenica 26 giugno, all’Annunciata – Ambasciata del Gusto.

“Purtroppo non ci sono scorciatoie in cucina, molti lavori vanno fatti a mano e si possono fare solo così – spiega Sabrina – ma questi giovani chef sono determinati e attenti; è vero hanno ancora da imparare, da scoprire e da migliorare, ma sono molto volonterosi”.

Questi 12 studenti fanno parte di un progetto didattico pilota, ideato e organizzato da Milano Gourmet Experience-Maestro Martino, che ha l’obiettivo di formare cuochi con una spiccata conoscenza del territorio del Parco del Ticino e della filiera agricola lombarda. Il progetto si ispira al Food Act 2016, un piano nato per valorizzare la cucina italiana e le sue eccellenze enogastronomiche nel mondo.

I 12 studenti fanno parte di un progetto didattico pilota, ideato e organizzato da Milano Gourmet Experience-Maestro Martino, che ha l’obbiettivo di formare cuochi con una spiccata conoscenza del territorio del Parco del Ticino e della filiera agricola lombarda. Il progetto si ispira al Food Act 2016, un piano nato per valorizzare la cucina italiana e le sue eccellenze enogastronomiche nel mondo.

I 12 aspiranti chef ambasciatori sono coinvolti, per circa 30 giornate da maggio a ottobre 2016, in lezioni teoriche tenute dai protagonisti della filiera agroalimentare del territorio e dai tecnici del Parco del Ticino; imparano le tecniche di cucina accanto a chef esperti, si sperimentano preparando (sotto la sorveglianza degli chef senior) i cestini gourmet per il pubblico.

Che cosa ha spinto questi studenti ad affrontare una esperienza sicuramente interessante ma anche molto impegnativa? Li abbiamo incontrati sul campo, due alla volta: oggi ascoltiamo quello che hanno da dirci Carlo Piccinelli e Gabriele Pontini.

Carlo ha 19 anni e studia al IPPSAR di San Pellegrino Terme (provincia di Bergamo). Gli è sempre piaciuto stare in cucina, con la nonna, e sentirla raccontare della passione che la univa al nonno Silvestro, cuoco insieme ai suoi 9 fratelli. Carlo, a casa, spesso cucina al posto della mamma Paola. Ha già creato una ricetta alla quale si è affezionato: il risotto con asparagi, latte al parmigiano e croccante di crudo. “Cucino volentieri, ma non mi piace riordinare e lavare i piatti” confessa, con lo sguardo limpido e sincero di un ragazzo che ha già trovato la sua strada; e che si è appassionato alle scienze dell’alimentazione per scoprire profilo organolettico, merceologico, chimico-fisico, nutrizionale e gastronomico delle materie prime.

L’estate la passerà in Val Brembana, ma non propriamente in vacanza: ci va per la stagione estiva dell’Hotel Piazzatorre.

Gabriele, 19 anni e la maturità da portare a termine all’ IPSAR “A. Vespucci” di Milano. Alla seconda prova d’esame ha dovuto confrontarsi con il tema “Dieta razionale ed equilibrata” e ha commentato la dieta mediterranea: spera proprio di aver fatto un buon lavoro! Per il tema di italiano invece ha scelto il titolo “L’avventura dell’uomo nello spazio”: è affascinato dai viaggi e dalle scoperte (anche nel mondo della cucina, of course). La passione per la cucina ce l’ha nel sangue; è stato abituato a mangiare bene con una mamma mantovana e un papà piacentino, ma è stata la nonna paterna a introdurlo ai rudimenti dell’arte culinaria quando coinvolgeva tutti i nipoti per preparare i menù delle festività da passare insieme.

“Ho aiutato tante volte la nonna a preparare le mezze maniche ripiene, per il pranzo di Natale, e ancora oggi conservo fantastici ricordi delle esperienze famigliari in cucina” dice; tanto che vorrebbe diventare uno chef esperto e magari aprire un agriturismo insieme a uno dei suoi cugini, che è agricoltore. Dopo quest’anno impegnativo tra scuola, esami di maturità e l’esperienza di Maestro Martino, si concerà una breve vacanza con la fidanzata. E sorride soddisfatto: “All’orizzonte si profila forse una possibilità lavorativa, in un locale dell’Abbiatense; lo chef Dario Guidi, conosciuto all’Ambasciata del Gusto, mi ha chiesto di andarlo a trovare, per fare due chiacchiere…”.

Paola Mazzullo

www.paolamazzullo.it

L’articolo è stato pubblicato su Ordine e Libertà del 1 luglio 2016, pag. 15

Pagina a cura di Paola Mazzullo