Excellence di Elior

In collaborazione con l’Associazione Maestro Martino, tra gli eventi previsti per l’“Ambasciata del gusto” , si è inserito anche il progetto del gruppo Elior, colosso della ristorazione collettiva in Italia. Nell’abbiatense Elior gestisce la ristorazione in alcune aziende a Vittuone, Abbiategrasso, Certosa di Pavia e Vermezzo; negli ospedali di Pavia, nella Residenza Sanitaria di Albairate, nella Casa di Riposo di Casorate Primo; i bambini delle scuole di Magenta e Vermezzo mangiano i pasti Elior, così come in alcuni asili nido ad Abbiategrasso.

Proprio nell’Ex Convento dell’Annunciata, Elior ha portato a termine la prima edizione del progetto Elior Excellence, nato per valorizzare la creatività dei propri cuochi, premiando coloro che si sono contraddistinti per professionalità e talento.

Il corso di formazione per questi 47 cuochi, selezionati tra i cuochi degli oltre 2100 ristoranti e mense del gruppo, ha preso spunto dalla necessità di conoscere un territorio per utilizzarne al meglio le eccellenze. In questo caso il territorio era quello abbiatense con le eccellenze presenti sia in termini di aziende agricole che di prodotti lavorati.

Il corso è iniziato con una visita all’ex convento dell’Annunciata di Abbiategrasso, la mostra fotografica curata da Cracco e Gastel sui 12 giovani chef ambasciatori, poi il refettorio e la chiesa splendidamente affrescati, la sala adibita a laboratorio di cucina con 20 postazioni Kenwood, la cucina professionale. All’interno del convento anche il punto vendita dei prodotti del Parco, gestito da Silvia Fumagalli, responsabile degli approvvigionamenti sia del punto vendita che delle cucine. Un attimo di silenzio e inizia, nella sala delle conferenze, la proiezione delle diapositive di una natura spettacolare: attraverso le immagini e le parole di Francesco Magna, tecnico del Parco del Ticino, i cuochi Elior vedono sfilare flora e fauna del primo parco regionale italiano istituito con Legge Regionale nel 1974. Il Parco è nato per difendere il fiume e gli ambienti circostanti da un’industrializzazione sempre più pressante e da un’urbanizzazione pericolosa per il fragile equilibrio naturale di questi luoghi incantevoli. Sono 110 i km del fiume, da Sesto Calende (VA) al Ponte della Becca (PV), che scorrono nel Parco Naturale.

Gli chef Elior sono stati a passeggio tra le delizie, le meraviglie e le competenze del Parco del Ticino; visitando l’Agriturismo Molino Santa Marta con lo chef Gianluca Cairati, la Riserva San Massimo con il gestore Dino Massignani, la pasticceria cioccolateria con il maestro pasticcere Andrea Besuschio hanno avuto un’idea di cosa offre questa piccola parte della regione Lombardia.

Una tra le cuoche Elior ci ha raccontato che questo corso è stato uno stimolante momento di apprendimento grazie alle lezioni tenute da professionisti, alla possibilità di lavorare in gruppo con colleghi nuovi e provenienti da ogni regione d’Italia , allo scambio di conoscenze, consigli e suggerimenti di Toni Sarcina, fondatore del centro culturale enogastronomico Altopalato. Partecipare a questa iniziativa, sottolinea questa chef, “è stato anche un po’ come tornare in gita scolastica e scoprire quelle meraviglie che non si ha più il tempo di andare a visitare quando si diventa adulti”.

Appuntamento interessante quindi sia per i cuochi Elior, sia per i presenti che sabato 10, 17 e 24 ottobre hanno assistito alle dimostrazioni di cucina e imparato come costruire un menu calibrato e veloce utilizzando i nostri prodotti locali, eccellenti, a marchio Parco del Ticino. Le ricette del “Menù Parco del Ticino” sono disponibili per tutti sul sito www.milanogourmetexperience.it.

Toni Sarcina, appassionato di pizza e goloso di dolci (secondo la sua stessa ammissione), ha reso interessantissimo l’evento con curiosità, aneddoti, piccoli consigli su come condurre una cena a casa con ospiti, come presentare i cibi in tavola, come scegliere i vini.

“Quando usciamo a cena al ristorante, ha concluso Sarcina, ricordiamo che tutti noi per preparare un risotto ci impieghiamo dai 15 ai 18 minuti. Perché al ristorante abbiamo fretta e ci spazientiamo se dobbiamo attendere lo stesso tempo perché ci venga servito il risotto? Impariamo a goderci la serata, gli amici, le chiacchiere e l’attesa di un buon piatto”

Paola Mazzullo

L’articolo è stato pubblicato su La Libertà del 30 Ottobre, pag. 22