Meno otto… e si riapre. Se tutto fila liscio

Mancano 8 giorni alla riapertura del ponte carrabile di Robecco sul Naviglio, sempre che tutto continui a filare liscio e senza intoppi. Ma l’atmosfera che si respira, attraverso i commenti dei commercianti, dopo 10 giorni di chiusura del ponte, è sempre più cupa. Ai passanti non abbiamo potuto fare domande… per strada non ne abbiamo incontrati!

Parliamo del traffico: caotico e a volte esasperante, nelle ore di punta, sulle strade alternative alla SS526; tanto da rendere alcuni automobilisti maleducati e prepotenti e aggiungere disagi su disagi.

Già, tutti vogliono passare per primi, indifferenti ai segnali di precedenza e così colonne di auto rimangono bloccate nei passaggi più stretti, fino a quando qualche conducente sensato non decide di fare retromarcia. Per fortuna, a PonteVecchio, a “domare” la situazione in alcuni momenti della giornata, ci sono gli agenti di Polizia Locale. Cosa che manca decisamente sul ponte di Cassinetta, riaperto al doppio senso di marcia ma fruibile solo a senso alternato per dimensioni. Alcuni automobilisti si lamentano dello stato “catastrofico” delle strade alternative, nelle frazioni di Casterno, Carpenzago e Cascinazza: «L’amministrazione forse avrebbe dovuto mettere in sicurezza le strade prima di chiudere la SS 526; predisporre la sistemazione delle “buche grandi come crateri” sui cigli, ripristinare la segnaletica orizzontale, migliorare l’illuminazione… e siamo stati fortunati che non ci siano stati brutti incidenti, visto che per ora non abbiamo visto né nebbia né neve».

Ma, per fare un esempio positivo, sono stati sistemati o sostituiti alcuni specchi stradali nei punti nei cui la visibilità è più difficoltosa.

Per i negozianti di Robecco la vita è sempre più difficile. I commenti negativi, che già avevamo riportato settimana scorsa, si sono intensificati. A soffrire maggiormente sono gli esercizi commerciali che contano sui clienti di passaggio, bar, trattorie, edicole, generi alimentari: il poco passaggio che era sopravvissuto, si è completamente arrestato, complici anche le temperature basse, spesso sotto lo 0. Ma anche chi in vetrina espone oggettistica, abbigliamento o arredamento, non se la passa molto meglio. Poi c’è qualche fortunato che lavora con clientela fissa che, invece, non ha subito grossi danni.

«Ma i pomeriggi sono desolati. Il paese sembra “morto”» raccontano in tanti. Per gli esercenti il problema è riorganizzare il lavoro in base al calo netto delle vendite. C’è chi ha deciso di chiudere il proprio negozio, e approfittarne per un restauro della struttura, come ha fatto il centro estetico “La Sorgente, estetica e benessere, di Daniela”; c’è chi si è ingegnato a trovare soluzioni alternative, come Pasquale Moro, titolare della Casa della Pizza, che per le consegne a domicilio, ha deciso di avvisare così i suoi clienti “Cari clienti, il ponte chiuso crea qualche disagio, per rimediare e ridurre i tempi di consegna, lasciamo un’auto e un ragazzo dall’altra parte del ponte… in questo modo il trasbordo è veloce e non dobbiamo fare tutto il giro”. Originale e creativo! E pare proprio che questa pensata funzioni bene.

Per gli studenti, in questi giorni di freddo intenso, qualche disagio in più per arrivare a scuola o per “trasbordare” da un pulman di linea all’altro, senza perdere la coincidenza e rischiare l’arrivo in ritardo a scuola.

Su tutta la vicenda aleggia la perplessità che i lavori vadano un po’ al rallentatore… Gli operai sul cantiere ogni tanto non si vedono… saranno impegnati altrove? Saranno malati? Stanno rispettando dei tempi tecnici di posa e asciugatura di materiali particolari? Nessuno di noi è tecnicamente preparato per dare risposte sensate.

Dall’ufficio tecnico comunale ci rassicurano: i lavori procedono come da calendario stabilito. Sono state sostituite e riposizionate due spalle in granito e si procede con la pavimentazione e i cordoli dei marciapiedi.

Paola Mazzullo

www.paola mazzullo.it

L’articolo è stato pubblicato su La libertà del 20 gennaio 2017, pag. 35