Una spedizione verso il terremoto

 

È partita una spedizione da Albairate. Destinazione terremoto; o meglio uomini, donne e bambini che nel terremoto hanno perso tanto, spesso tutto. Perchè gli effetti geologici delle scosse si sono sentiti, e drammaticamente visti, sull’ambiente naturale e sulle strutture costruite nei secoli ma ancora di più nei cuori, e sulla pelle, di quell’umanità ancora dolorante dopo il 24 agosto 2016.

La spedizione è stata pensata e organizzata da “Gli Amici del Presepe” di Albairate che hanno raccolto fondi, poi trasformati in beni di prima necessità e alimenti, da portare a Spoleto e Norcia. «Abbiamo organizzato cene, abbiamo telefonato ad amici e conoscenti, abbiamo chiesto ai concittadini, alle aziende, ai commercianti per raccogliere il più possibile. Ci abbiamo “messo la faccia” per garantire che tutto quanto ci veniva affidato sarebbe giunto davvero a destinazione» ha raccontato Giovanni Bielli, agricoltore e portavoce del gruppo. E così è stato.

Giovanni Bielli, Alessandro Garavaglia, Marco Carera, Claudio Corno con altri due amici che preferiscono non dire il loro nome perchè nessuno pensi che vogliano in un certo senso “vantarsi”, hanno guidato tre furgoni caricati con i 40 quintali di materiale acquistato per le popolazioni colpite; c’erano generi alimentari, pannolini per neonati, prodotti per l’igiene della persona e della casa, materiale per la scuola, e non mancavano mangimi per gli animali d’allevamento. E 660 litri di latte.

Sulla mappa sono 554 i kilometri da percorrere per portare solidarietà e conforto fino alle macerie di Spoleto e Norcia, tappe prescelte dal gruppo, ma gli ultimi kilometri sono stati i più difficili da percorrere: «È stata una emozione molto forte che ci ha chiuso la bocca. Abbiamo attraversato i paesi ridotti a macerie in silenzio, muti. Muti difronte alla distruzione, muti difronte ai cumoli di mattoni e rovine, muti al pensiero della violenza che ha lesionato e cancellato case e gente, muti difronte al dramma palpabile di un popolo che sta vivendo lo sradicamento da una terra che ha cambiato la sua geografia. Muti, ma esterrefatti nel vedere quanti sorrisi, quanta energia, quanta voglia di lavorare e ricominciare. Empatici con la serenità e la dignità della gente che ci ha accolto come “manna”» ha detto Alessandro Garavaglia, presidente del gruppo Amici del Presepe.

Chi sono gli Amici del presepe? Una decina di “ragazzi” (ragazzi dai 30 ai 65 anni, ndr.) capitanati da Don Paolo, parroco della chiesa di San Giorgio vicino alla quale viene costruito un gigantesco presepe. Da 35 anni. «Abbiamo ascoltato tante storie tristissime, di chi ha perso in un colpo solo figli, marito e genitori, di chi ha visto cadere la casa e bruciare le stalle ma anche storie di speranza. È stato un viaggio intenso; una esperienza che rimarrà incisa nelle nostre esistenze» ha detto ancora Giovanni «e siamo già pronti a ricominciare e ricominciare ancora, per raccogliere aiuti, per rimettere insieme pezzi di vita, per rendere sempre più vicino il ritorno alla normalità».

Il 19 aprile nella sala San Luigi di Albairate si incontreranno 26 comuni del Sud Ovest Milanese, l’amministrazione cittadina e la parrocchia San Giorgio per definire l’organizzazione di eventi comuni per finanziare, in maniera diretta, interventi concreti per le popolazioni colpite dai terremoti.

Ma è doveroso ringraziare coloro che, intanto, di tasca propria o con approvazione dei consigli aziendali, hanno saputo stringere la mano di chi nel terremoto ha perso pezzi di vita:

Eugenio della Sigma Albairate, il Gruppo Alpini di Abbiategrasso, Cartoleria Ruboni, Dimensione Donna di Albairate, Autolavaggio Race for speed, Carrozzeria Bolgiagin, Cooperativa Latte abbiatense, Mangimificio Fratelli Spada, Ditta Arma, Ditta Labex di Gambolò e la cittadinanza albairatese.

Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio… a guardare la carta d’Italia, dove mappe stradali e mappe delle scosse sismiche si incrociano e si sovrappongono, sembra che la mano di Tartaro, divinità delle oscure profondità della Terra, stia tentando di lacerare l’Italia per dividerla in due pezzi. Ma ci sono le mani unite degli italiani a tenere insieme la terra e gli uomini.

Paola Mazzullo

www.paolamazzullo.it

Pubblicato su Ordine e Libertà il 14 aprile 2017, pag. 23