Frida Kahlo e i ragazzi d’oggi

C’è una mostra nuova in città. È “Frida Tribute”. Un percorso artistico tematico su Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón, organizzata all’IIS Luigi Einaudi di Magenta, con le opere degli studenti di 3, 4 e 5 del Liceo Artistico.

La mostra è stata inaugurata venerdì 13 luglio, ricorrenza della morte di Frida avvenuta proprio il 13 luglio del 1954, alla presenza del sindaco magentino Chiara Calati e dell’assessore Luca Aloi e rimarrà aperta fino all’inizio del nuovo anno scolastico. Il curatore è Antonio Giovinazzo, professore di Discipline Pittoriche e Plastiche, che ha coinvolto i liceali nel progetto “Essere artisti oggi”, in collaborazione con la “Galleria Morandi” di Pontenuovo. A fare gli onori di casa il dirigente scolastico Maria Grazia Pisoni.

Frida Kahlo, la pittrice messicana più famosa e acclamata di tutti i tempi,morta a 47 anni, con la sua vita ribelle, intesa, travagliata, ha ispirato opere prepotenti per forme e colori, energiche per significati e sensazioni, agli studenti degli indirizzi “Architettura” e “Figurativo”.

Sono esposti nel lungo corridoio una cinquantina di lavori, realizzati con tecniche e materiali diversi, con soggetti espliciti o simbolici, con rimandi storici e psicologici; ci sono dipinti (a olio o resina), istallazioni, scritte luminose, specchi, fotografie. Una studentessa ha ricamato i contorni dell’immagine corporea di Frida su tela, applicando in sovrapposizione materiali di riciclo, in una commistione sorprendente di neri fili sottili e piccolissimi fiori multicolori. C’è un bustino, creato con l’intreccio di cavi di ferro, dal quale sbocciano intensi fiori colorati; e il colore esplode anche dalle vertebre di una colonna spinale, a ricordare le malformazioni ossee dell’artista messicana inscindibili dalla di lei voglia di vivere. Altrove i tagli su una tela, ispirati a Fontana, lasciano intravedere il nero della sofferenza alla quale una farfalla, privata dei suoi colori, è imprigionata da una spilla da balia.

Alla mostra si affianca, in palestra, una esposizione dei lavori svolti dagli alunni del liceo durante l’anno scolastico per “Einaudi in arte” con realizzazioni di pittura, scultura, architettura. Un totale di quasi 200 opere che spaziano da lampade satinate e serigrafate, al grosso pannello ispirato a Escher dove il disegno tecnico diventa immaginifico e, con geometrie interconnesse che cambiano gradualmente in forme differenti, esploraeffetti paradossali.

Una sezione dell’esposizione è dedicata al progetto “Dal bidimensionale al tridimensionale” con lavori in gesso patinato. «Sono realizzazioni laboriose – ha raccontato il professor Giovinazzo- perché dal disegno si passa al modellato e da questo all’impronta in negativo dello stampo a forma persa, poi al positivo, dentro al quale si posizionano garze e ganci e infine si ottiene il manufatto da patinare». E si possono ammirare lavori ispirati a Kandinskij, Magritte, Munch, Boldrini. Sono appese sui pannelli anche grandi forme in gesso di monete anticate, maschere in cartapesta che velano e svelano sembianze. Disegni tecnici per la scomposizione di solidi. Progetti architettonici.

È sempre il professore, che mi ha accompagnato e sapientemente illustrato la mostra, a raccontare che per l’allestimento lo hanno aiutato i ragazzi, delle classi 1,2, e 3; giovani studenti che volontariamente hanno continuato a frequentare la scuola anche dopo il termine delle lezioni, per collaborare, ognuno con le proprie competenze e attitudini, nella creazione di cartelloni, locandine, ambientazioni.

Einaudi Magenta Paola Mazzullo Antonio Giovinazzo

Ed è con immenso piacere che osservo trapelare, dalle parole de professor Giovinazzo, la sua passione per la materia che insegna (passione che sicuramente trasmette ai suoi allievi visti i risultati, ndr.); la sua dedizione nei confronti di questa bella gioventù che cresce nelle scuole; il suo amore per «questi giovani inquieti che vivono la contemporaneità con slancio e fantasia, ai quali bisogna dedicare attenzione e cura; dei quali bisogna imparare a capire il mutevole linguaggio e che siamo chiamati ad accompagnare nella crescita e nella scoperta del mondo».

La stagione delle mostre all’Einaudi è iniziata nel 2013, proprio con l’ingresso nell’istituto del professor Antonio Giovinazzo, che per ora ha coinvolto le classi di tutti gli indirizzi del liceo artistico ma vorrebbe in futuro interessare anche gli studenti di CAT, AFM e SIA e poi anche dell’ IPSIA. «Potremmo pensare a istallazioni anche per i nostri giardini e cortili utilizzando le doti di chi a scuola impara il riciclo, la saldatura…» ipotizza il professor Giovinazzo che vuole mettere in mostra insieme alle doti e ai talenti dei giovani, il loro modo di guardare e interpretare la realtà. Un espediente per abituare anche noi a nuove percezioni, a nuovi occhi, a nuovi colori.

Paola Mazzullo