Giallo Carbone e il Risorgimento

Gli esami di Maturità 2018 sono appena terminatie probabilmente i ragazzi (ma speriamo di no) non ameranno sentir parlare ancora di libri e di storia, ma… ne citiamo ancora uno. Ho avuto modo, infatti, di intervistare lo scrittore Paolo Saino, nato a Novara nel 1948, milanese d’adozione e residente a Magenta, e scoprire il suo ultimo libro “Giallo Carbone”, il primo di una trilogia, pubblicato a maggio 2018 da Leucotea.

È un giallo, quindi non si può dire molto della trama per non rischiare lo “spoiling”. (termine usato dalle nuove generazioni per indicare uno svelamento inopportuno della trama); basta però sottolineare che la vicenda è costruita con maestria, che sono presenti tutti gli elementi classici e che scorrono su una ambientazione storica reale, quella della Milano del 1833 capitale del Regno Lombardo-Veneto. E’ il periodo della “Giovine Italia”, di Mazzini e della Carboneria; della severa occupazione austriaca e dei patrioti. La “Storia” è raccontata sia attraverso i fatti sia attraverso gli ideali che trasudano dalle coscienze di quegli italiani che hanno sacrificato l’esistenza all’idea di una Italia unita.

I personaggi sono vivi, reali, con le loro passioni e limiti, rivalità, gelosie, risentimenti e ambiguità. Immergendosi nelle pagine del libro ci si trova a percorrere le strade della Storia e di Milano con Ambrogio Angeloni, Giuseppe Guenzati e il commissario Ulisse Zecchini; ci si siede nei salottini, intorno alle tavole dove i domestici servono ai “Buoni Cugini” riso in brodo, carne di manzo in umido e formaggio lodigiano, innaffiati da corposi vini rossi; si scoprono amanti e tradimenti, sofferenze e bugie, guardie e inquirenti. La lingua è l’italiano ma spesso irrompe il dialetto: «Per tutto ciò che non conosco a sufficienza mi sono rivolto a degli esperti, anche per verificare gli idiomi» specifica Saino, che frequenta Edo Bossi insegnante al Circolo Filologico di Milano.

«Si vede scorrere la vicenda come in un film e mi sono sentito un po’ sceneggiatore» ha raccontato l’autore, che ha studiato all’Istituto di Tecnologie Industriali e Meccaniche afferente alla Facoltà di Ingegneria del Politecnico e ha scoperto il suo amore per la scrittura e la storia al compimento dei suoi 50 anni.«Mi sono appassionato soprattutto alla storia del Risorgimento, studiando la quale si capisce molto del nostro sfortunato e stupendo Paese. Per l’ambientazione del romanzo mi sono avvalso di fonti primarie, di memorialistica, di articoli di stampa coevi, di dipinti. Ciò che è narrato è vero o verosimile, frutto di accurate ricerche»; per validare i particolari di un delitto, raccontato nel secondo tomo della trilogia in stesura in questi giorni, si è persino rivolto a un medico, il Dott. Alessio Battistini,ricercatore all’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Milano. Quasi tutti i personaggi sono veramente esistiti; tra questi occorre citare Giuseppe Guenzati, nipote di colui che fondò nel 1768 una bottega ancora oggi apprezzata. «Spero di aver divertito i lettori e di aver anche contribuito a sostenere la raccolta firme per la ricollocazione della “Ditta Guenzati”, il negozio più antico di Milano e di tutta la Lombardia, che veste i milanesi da 250 anni» dice Saino.

(La “Guenzati”, diretta oggi da Luigi Ragno, sfrattata dalla sede storica in via Mercanti, ha finalmente raggiunto, a giugno, un accordo con la società immobiliare di Assicurazioni Generali, proprietaria dei locali, e aprirà in via Agnello 8).

“Giallo Carbone” è stato presentato il 28 giugno alla libreria magentina “La Memoria del Mondo”, dove lo scrittore ha dichiarato: «Credo che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, abbia sognato di vivere in un’altra epoca, magari tra gli Egizi o nella Roma Imperiale… io sognavo, e ancora sogno, di vivere nel Risorgimento». Poi parafrasando Alessandro Barbero ha concluso: «Ho levato la polvere dalla storia e mi sono divertito a scrivere».

 

Paola Mazzullo