Emanuela: dalla ricerca delle proprie radici alla scoperta del territorio

Emanuela Plano è cresciuta nel centro di Milano in una famiglia unita e tradizionale: il papà , la mamma, il fratellino. Poi l’arrivo in famiglia della nonna Dalim.

La nonna con la sua presenza schiva e silenziosa, con il colore inconsueto della pelle, suscitando meraviglia e curiosità, inizia a costruire un futuro particolare per Emanuela.

Del passato della famiglia fa parte anche un’altra bambina, Pyari, abbandonata in India all’inizio del XX secolo. E qui il futuro di Emanuela si apre la sua strada.

Le storie degli affetti hanno una loro vita misteriosa e, pur nelle distanze che la vita impone, costruiscono legami profondi dove cercare e offrire una certezza di protezione a tutti i membri. Seguendo piccoli indizi tratti da alcune lettere ritrovate tra i documenti della nonna, Emanuela, ormai adulta, percorre le campagne del West Bengal e le strade di Calcutta per vivere, dopo lunghe e penose ricerche, l’incontro commovente con le sue origini e con la multiforme cultura indiana.

La conoscenza di persone e luoghi straordinari l’hanno portata a concepire Pyari Onlus iniziativa di solidarietà volta alla costruzione di una casa di accoglienza per le bambine di strada di Calcutta; bambine senza protezione che diventano fin da piccolissime, vittime di sfruttamento, violenze e abusi sessuali; bambine che sono la manifestazione peggiore della drammatica realtà di strada; bambine e ragazze tra 0 e 18 anni alle quali dare l’opportunità di una vita normale, prescindendo dalla loro religione e casta di appartenenza; bambine che hanno assoluta necessità di una casa in cui trovare affetto e tranquillità, vitto, alloggio vestiario, cure mediche e istruzione. E questo progetto è ora una realtà viva e prospera.

Emanuela non è una donna dalle mezze misure e dopo aver trovato le sue origini e il suo modo di riparare le mancanze, capisce che Milano non è più la sua città; compie allora un’altra scelta radicale e si allontana dallo schiacciante ritmo della vita cittadina, dall’eccesso di formalità e formalismo, dalla severità dell’ambiente, dall’ufficialità delle situazioni, dal troppo di tutto. E arriva a Robecco sul Naviglio scegliendo la campagna, la vita ritirata e solitaria di una cascina nel bosco.

E se lo sviluppo individuale non può prescindere dal contesto storico, sociale e culturale è utile anche guardarsi e guardare la comunità in cui si vive dall’esterno: si possono capire le dinamiche che la muovono, affrontandone le negatività e valorizzando gli aspetti positivi.

Emanuela vive un nuovo risveglio in una realtà dove tutti i sensi sono stimolati, finalmente utili e necessari per assorbire, ascoltare, guardare, toccare, annusare un mondo vecchio come il tempo ma scintillante di nuovo.

Emanuela racconta: ” Ho compiuto un improbabile viaggio a ritroso nelle mie origini, un cammino alla ricerca delle radici famigliari, alla presa di coscienza del mio esistere… Ci ho messo tanto a trovare un modo diverso di essere e di fare, ma credo ora di averlo trovato… Qui a Robecco non mi manca più lo spazio necessario per respirare.”

La campagna, il silenzio, le passeggiate, le letture la portano a concepire un nuovo progetto: un nuovo viaggio in terre dove ci sono altri bambini, da accompagnare , da far crescere in un ambiente protetto e ospitale, circondati dagli affetti, dalla sicurezza e dalla consapevolezza che “il nostro posto nel modo è semplice perché facciamo parte di una legge naturale e dobbiamo solo conformarci a ciò che siamo, a quello che è stato scritto per ciascuno di noi”.

E nasce il “Progetto Natura”.

Se nel suo bellissimo libro “Pyari-ritorno a casa”, Emanuela racconta il suo primo viaggio da una storia famigliare a una emergenza sociale, nel prossimo libro ci racconterà il suo secondo viaggio alla scoperta del territorio robecchese e dei suoi abitanti.

Oggi fanno parte della famiglia di Emanuela, il suo affettuoso cane” Corto” e “40”, uno splendido micio, il senso pieno delle radici famigliari, i suoi figli, migliaia di bambini indiani e il sogno di un nuovo progetto per i bambini lombardi.

Paola Mazzullo

L’articolo è stato pubblicato su La Libertà del 31 Ottobre 2014, pag. 31 – rubrica mensile Robecchesi si diventa