“Separata, con tutta la fatica che comporta una separazione dopo più di vent’anni di matrimonio; madre di un adorabile ragazzino; un mutuo da pagare e le bollette da saldare, cibo da acquistare, come tutti…” così inizia la lettera di O.L. che il nostro giornale ha ricevuto e pubblicato venerdì 28 ottobre. Abbiamo voluto ascoltare tutta la storia, per dare voce a chi ha scritto la lettera, cercare soluzioni comuni.
«Una attività commerciale durata undici anni e poi chiusa, una assunzione, con retribuzione attraverso voucher, e poi un licenziamento… Sono arrabbiata, delusa, disorientata! La situazione è drammatica e sa proprio di emergenza» racconta O.L., nata nel 1972, giovane, attiva e volenterosa.
Disoccupata ma non rassegnata.
Non si piega O.L.; è battagliera, non aspetta a braccia conserte un aiuto dal cielo; vuole reagire e si sta dando da fare per cercare ogni tipo di soluzione per trovare un nuovo lavoro, con dignità e orgoglio.
«C’è solitudine, c’è frustrazione, c’è la mancanza di collaborazione di chi dovrebbe aiutare a livello nazionale e a livello comunale… »dice ancora, raccontando che si è rivolta ai Servizi sociali del Comune di Abbiategrasso senza però ricevere risposte esaurienti o prospettive concrete, se non quella di essere indirizzata al CAF per ottenere dei buoni per pagare le utenze di casa (meglio di niente, comunque, ndr.).
Ha consegnato il suo curriculum vitae, diplomata in ragioneria e con un attestato di partecipazione a un corso di assistente per l’infanzia, alle varie agenzie di collocamento del territorio; ha anche cercato di riqualificarsi iscrivendosi a corsi di aggiornamento professionale ma… sono tutti a pagamento, e per chi uno stipendio non ce l’ha, è difficile investire in formazione.
Si è rivolta anche a Sportello Donna, che però è uno sportello di ascolto, non fornisce consulenze o formazione.
«Trovo sia paradossale che in Abbiategrasso non ci sa un servizio pubblico che metta in comunicazione domanda e offerta. Il 3 ottobre ha incontrato il sindaco Gigi Arrara e il vicesindaco Graziella Cameroni: cercavo informazioni sulla volontà o sulla possibilità comunale di aiutare chi ha perso il lavoro, istituendo magari uno “sportello lavoro”, sulla falsa riga di esperienze già presenti sul territorio, ma non ho ancora ottenuto risposte concrete al riguardo».
Nei giorni scorsi si è rivolta alle Acli di Abbiategrasso, per cercare una forma di collaborazione con loro; Luca Bergo, un membro del direttivo, ha fatto inserire all’ordine del giorno della riunione dei soci, prevista per lo scorso 3 novembre, la voce “valutazione apertura sportello lavoro”; si dice speranzoso di poter formulare ipotesi valide al riguardo.
O.L. si è resa disponibile a tenere aperto lo sportello, almeno in un giorno alla settimana, per raccogliere e gestire le richieste e le offerte di lavoro dal territorio.
Ci racconta anche di un’altra sua esperienza del mese di settembre, quando ha partecipato ad un ciclo di incontri, organizzati dal Comune di Buccinasco, su “Lavoro, come occuparsene senza preoccuparsene“: quattro serate a supporto di chi ha perso il lavoro, per fare rete, per confrontarsi e confortarsi con chi è nella medesima situazione, per ricevere supporto da due psicologi presenti agli incontri, per essere aiutati a redigere il proprio bilancio di competenze. E suggerisce anche agli amministratori abbiatensi di dare almeno un’occhiata al sito lavoro.comune.buccinasco.mi.it dove è possibile iscriversi, inserire il proprio curriculum vitae, selezionare eventuali offerte presenti sul sito, richiedere un appuntamento allo sportello comunale per valutare le offerte.
Forse tutti insieme, qualche cosa si può fare…
Paola Mazzullo
www.paolamazzullo.it
L’articolo è stato pubblicato su Ordine e Libertà del 11 novembre 2016, pag. 7