Alla Saffa c’è il futuro

 

Un futuro sognato per Magenta che diventa realtà, con il recupero di tutta l’area ex Saffa per una infrastruttura di coesione sociale, un format immobiliare che attraverso la realizzazione di abitazioni, servizi alla persona e strutture socio-sanitarie punta a creare veri e propri centri di aggregazione intergenerazionale dove i protagonisti siano l’uomo e la comunità.

Lo racconta, con il giusto orgoglio, Marco Invernizzi, sindaco di Magenta: «Un futuro che si concretizza dopo quattro anni di intenso lavoro preparatorio, di intrecci di conoscenze e progettualità diffusa per arrivare finalmente, giovedì 30 marzo 2017, a formalizzare in giunta il protocollo d’intesa. Attori straordinari di questa avventura sono il Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, Civitas Vitae e la Società Umanitaria, prestigiosissime istituzioni che daranno risposte a importanti bisogni sociali e individuali e prospettive occupazionali per i giovani».

La conferenza stampa ufficiale di presentazione del progetto sarà martedì 11 aprile alle ore 21, nella sala consigliare di via Fornaroli; al fianco del comune di Magenta siederanno la Proprietà Red.Im, il Gruppo Guerra, Piero Amos Nannini della Società Umanitaria e Cooperativa Artelier, Giuseppe Oreste Pozzi direttore clinico di Artelier e Fiorenzo Galli direttore generale del Museo.

Nel protocollo di intesa è prevista l’apertura di una nuova sezione del Museo Nazionale con un deposito museale innovativo e visitabile. «Fiorenzo Galli, dotato di una capacità organizzativa fantastica, mi aveva proposto di spostare a Magenta alcuni macchinari che non avevano trovato la giusta collocazione a Milano, ma le macchine da sole non mi interessavano volevo un museo vero. Così è nato un percorso entusiasmante per sviluppare una sede museale innovativa, arricchita da laboratori interattivi che promuoveranno il turismo scolastico da tutta Italia». Che genererà un indotto importante anche nel settore delle ricettività alberghiera.

Il cuore del progetto è la creazione di una infrastruttura di coesione sociale consistente in un complesso socio-sanitario per anziani autosufficienti, non autosufficienti e affetti da Alzheimer; servizi ambulatoriali e diagnostici; laboratori clinico-culturali, dedicati agli individui con fragilità fisiche, psicologiche e sociali, di ogni fascia d’età. «Sarà un polo per la ricerca clinica internazionale, confluiranno da tutta Europa per lo studio della salute mentale -racconta ancora Invernizzi- e questo aiuterà anche a internazionalizzare la città. Dovremo studiare tutti l’inglese e tenere il passo con l’Europa».

Ci sarà un centro diurno dedicato alla vita sociale e comunitaria, sia di persone che necessitano di strutture specifiche, sia del resto della comunità; un palazzetto dello sport per diversamente abili omologato CONI; un pistodromo per l’incontro di adulti diversamente abili e giovanissimi, affinché vengano trasmesse passioni, competenze e esperienze.

L’idea del “Laboratorio dei talenti” è nata per permettere ai giovani di realizzare i propri progetti seguiti da persone esperte del settore; ci sarà un centro musicale con sale prove e sale di registrazione, per scambi intergenerazionali e insegnamento.

Sono previste strutture abitative in social housing; il recupero completo del teatro e di altri edifici riconducibili all’opera di Giovanni Muzio e il recupero della ex Dogana austriaca.

«È stato un grande lavoro di squadra! E ogni giorno arrivano idee innovative da valutare. Per ora l’importante è aver gettato solide base alla realizzazione, passando anche dal necessario strumento urbanistico delle varianti del PGT». Invernizzi assicura che il recupero edilizio dell’area e gli appalti saranno affidati esclusivamente a ditte del nostro territorio, così come l’offerta socio sanitaria e culturale sarà concretizzata in collaborazione con le realtà locali.

«La nuova economia passa dalla cultura» ha sempre sostenuto il sindaco e ha preparato con cura il terreno affinché Magenta fosse il giusto teatro per richiamare talenti, capitali e investitori, organizzando tra l’altro le stagioni di Magenta Cultura.

Ricordate la mostra “In Saffa”, organizzata nel 2015 grazie all’intraprendenza e alla costanza di Vittorio Garanzini e Daniela Parmigiani, dell’associazione culturale magentina Urbanamente e alla consulenza di Ermanno Tunesi? La mostra ha contribuito a innescare un meccanismo di riscoperta del valore storico e sociale dell’azienda più importante del territorio. Dalla mostra era nato anche il progetto con la Facoltà di Architettura del Politecnico che aveva avviato, con un gruppo di studenti, un laboratorio di studio e progettazione sul recupero delle aree industriali magentine e uno studio sul riciclo industriale.

Quella della Saffa era una storia dalla quale ripartire per ripensare il futuro. E il futuro è arrivato.

Paola Mazzullo

www.paolamazzullo.it

Pubblicato su Ordine e Libertà il 7 aprile 2017, pag. 29