Arrivati in India gli abiti cuciti dalla GD di Robecco

I vestitini cuciti dalle diciassette “Grandi Donne” di Robecco sul Naviglio sono arrivati in India; nel Bengala occidentale, a Siliguri.

Le GD (di cui abbiamo parlato nel numero del 20 gennaio, ndr.) sono un gruppo di volenterose signore che mettono al servizio della comunità la loro competenza sartoriale per realizzare piccoli lavori di bricolage per la cura e la decorazione della casa e della persona, corredi, grembiuli, fiocchi per le nascite e tutto ciò che fantasia e ingegno suggeriscono loro, devolvendo il ricavato del loro lavoro alla parrocchia.

Questa volta si è trattato di quindici abitini bianchi, con grosse bolle colorate, confezionati gratuitamente dalla GD, per vestire alcune bimbe di un villaggio situato nelle piantagioni di tè del Darjeeling. Le bambine sono seguite dall’associazione Pyari onlus, fondata da Emanuela Plano, che si occupa di sottrarre alla strada orfani, bambini abbandonati dai genitori per estrema povertà, vittime di maltrattamenti e abusi sessuali.

«I programmi di aiuto di Pyari comprendono interventi di protezione, nutrizione, salute, educazione. Sono sostenibili nel tempo, perché gestiti attraverso la partecipazione attiva della comunità locale» racconta Roberta Parilli, membro del consiglio di Pyari; è appena rientrata dall’India, dove si è recata con la Plano, per monitorare l’andamento dei progetti.

La prima azione di Pyari in India è stata la costruzione della “Casa Rifugio per Bambine” a Siliguri, inaugurata nel maggio 2009, per il recupero di bambine senza famiglia, vittime di violenza e abusi; per garantire un ambiente sicuro, assistenza sanitaria, cibo e vestiario, educazione. È nato poi il “Progetto 100 Villaggi”, una “Child Friendly Community” per prevenire e contrastare il traffico di minori, il loro sfruttamento nel lavoro, i rischi di violenza e ostacolare la piaga delle “spose bambine”. L’ultimo progetto nato in casa Pyari è il “Nutrimix Community”, un generatore di reddito per donne indigenti. Trenta donne, in una piccola fabbrica, lavorano alla produzione di un alimento ipercalorico, a base di legumi e cereali, necessario per combattere la malnutrizione dei bambini; sono circa 4000 membri di 1000 famiglie tribali che vivono nell’area delle piantagioni di tè del Darjeeling, a beneficiarne.

Pyari ha fondato anche un Centro Medico Sanitario, nel Nord Bengala, con un ambulatorio all’interno della Casa Rifugio di Siliguri e una clinica mobile per raggiungere gli slum e i villaggi più remoti nelle piantagioni di tè.

A quest’ultimo viaggio ha partecipato anche Raul Zini, celebre fotografo robecchese, che realizzerà uno spot per raccontare al mondo la storia di queste bambine indiane. Per aiutarle a diventare visibili agli occhi di chi cresce senza conoscere cosa succede nell’altra metà del mondo.

Paola Mazzullo