Atmosfera irreale o surreale per le vie di Robecco?

Atmosfera irreale o surreale, quella che si respira in piazza XXI luglio e nelle vie adiacenti, a Robecco sul Naviglio, ora che il ponte carrabile è stato davvero chiuso al traffico e la circolazione sulla SS526 interrotta?

La differenza tra i due termini si muove tra una situazione al di fuori della realtà e una che la oltrepassa, esprimendo anche le sensazioni del subconscio; certo perchè il “silenzio del ponte” fa dire ai residenti che «È come vivere in un sogno, fuori dalla realtà di tanti anni di traffico pesante… e finalmente non ho rumori, odori, confusione sotto le finestre di casa» ma suscita sentimenti contrastanti e apprensione in altri «Sembra un deserto, un paese morto… ho paura a camminare di sera per le vie, dove non si incontra più nessuno».

La conclusione per i più è che se i lavori vanno fatti, vanno fatti. Inutile lamentarsi troppo.

Ma cosa succede agli automobilisti abituati a transitare dalla cittadina per recarsi al lavoro? Il traffico si è spostato sulle strade alternative e il risultato è che nelle frazioni magentine (Pontevecchio) e robecchesi (Carpenzago e Casterno) la circolazione è diventata difficile, caotica, pericolosa. Negli orari di punta è il delirio. Purtroppo anche chi non conosce bene le strade, le affronta un po’ troppo “allegramente”, con velocità non consone a passaggi stretti, alle tante curve, alla mancanza di corsie di emergenza o di sosta e di piste ciclabili, di banchine quasi inesistenti. E soprattutto senza marciapiedi. E la storia si ripresenta uguale per chi, dovendo recarsi a Est, sceglie l’alternativa Cassinetta, Albairate, Corbetta. Attenzioni pedoni e ciclisti: scegliete di passare rasente ai muri.

Nelle frazioni il disagio è importante, anche per i residenti; chi, dalle strade di quartiere, deve immettersi sulla strada principale trova, infatti, un flusso continuo di autoveicoli in entrambi i sensi a impedire l’immissione.

Anche i mezzi di soccorso hanno qualche difficoltà in più nelle ore di punta; e nelle frazioni il lamento delle sirene delle ambulanze scuote l’animo di chi non era abituato a sentirne passare così tante.

Se la maggior parte degli automobilisti si lamenta per l’aumentato tempo di percorrenza, qualcuno, con più serenità, considera che basta alzarsi mezz’ora prima per non arrivare in ritardo al lavoro.

Poi c’è anche chi prova a trovare un lato positivo della faccenda «Chi non conosce il nostro bel territorio, perchè lo attraversa di corsa solo dal centro di Robecco, ha occasione di scoprire le frazioni e le vallate… magari tornerà a visitarle con più calma in un altro periodo…».

A Robecco le considerazioni sono invece diverse: chi era abituato a recarsi a fare la spesa a Magenta, nei centri commerciali, rinuncia e sceglie di acquistare in paese chiedendosi però se «È davvero necessario tenere chiuso così a lungo il ponte?»

In molti suggeriscono di valutare almeno l’aumento del numero degli operai al lavoro per accelerare il ripristino del manufatto; qualcuno porta l’esempio dei cantieri notturni che si incontrano sulle strade di grande traffico, dove le maestranze vengono alternate di giorno e di notte per accelerare la risoluzione della viabilità ordinaria, perchè non farlo anche a Robecco? Qualcun’altro chiede che i tecnici comunali passino a sorvegliare sull’alacrità dei lavoratori…

Anche a Robecco non mancano i “complottisti” che pensano ci sia un disegno segreto dietro alla chiusura del ponte…

Nonostante quanto era stato annunciato in prima istanza, il paese non è stato completamente diviso in due; è rimasto infatti aperto un corridoio per l’attraversamento del ponte per pedoni, cicli e motocicli. La consegna della posta, del pane, dei giornali, delle pizze è garantita, anche se magari necessita di un po’ di tempo in più.

Paola Mazzullo

www.paolamazzullo.it

L’articolo è stato pubblicato su La Libertà del 13 gennaio 2017,pag. 6