Degustazioni Associazione Italiana Sommelier a Magenta

“Portiamo un po’ del calore del sole e dei profumi d’Italia in questa nebbia padana” esordiscono Davide Gilioli e Gabriele Merlo, relatori sommelier AIS della delegazione milanese, dando il via alla serata di degustazione di 5 passiti italiani presso il ristorante BettyCuore di Magenta. Una serata divertente ma professionale e formativa organizzata dalla delegazione di Magenta dell’Associazione Italiana Sommelier.

I vini in degustazione sono l’Ecru dell’ Azienda Firriato (Sicilia IGT 2011), il Sium dell’ Azienda La Viarte (Colli orientali del Friuli DOC 2007), il Passito di Pantelleria DOC 2011 – Ben Ryé di Donnafugata, Moscato del Molise DOC 2010 – Apianae di Di Maio Norante e il Greco di Bianco DOC 2007 di Ceratti.

“I vini dolci, e in particolare i vini passiti, di solito incontrano il gusto di gran parte dei consumatori, anche dei meno esperti, perché sono morbidi e vellutati. Com’è possibile resistere a quelle note di miele, di agrumi, di frutta (candita, secca o sciroppata), fino ad arrivare a sentori speziati con aromi di zafferano e altre note orientaleggianti?” domanda ai partecipanti della serata Davide Gilioli.

Eppure, a tavola, è spesso difficile abbinarli e diventano un’arma a doppio taglio per chi, dopo averne fatto incetta nel periodo natalizio, al di fuori delle feste fatica a trovare l’occasione per stappare queste bottiglie preziose.

L’abbinamento più immediato è quello per concordanza, spiegano i sommelier, cioè con il dessert, ma spesso alcuni di questi vini possono formare un ottimo contraltare per bilanciare il gusto deciso di formaggi stagionati o erborinati.

I vini passiti vengono definiti anche vini “da meditazione” “ma perché berli da soli … è sempre meglio gustare del buon vino insieme a una buona compagnia!” propongono i due sommelier.

Nella serata di lunedi 18 Gennaio sono state spiegate le varie tecniche di appassimento, sono state illustrate le tipologie di vitigni che meglio si prestano a questa particolare vinificazione, sono state mostrate le mappe italiane della coltivazione.

Non è stata trascurata la storia dei vini passiti, dai Sumeri ai Romani, passando per la Giudea e Cartagine. Divertente la storia del banchetto organizzato per il Concilio Ecumenico di Firenze proclamato da Papa Eugenio IV nel 1439. Al banchetto fu servito un vino liquoroso che il Cardinale Bessarione, vescovo di Nicea (Grecia), apprezzò profondamente, esclamando: “ma questo vino dolce è lo xantos”, a causa della sua somiglianza con un vino prodotto sull’isola di Xanthos in Grecia.

Chi lo ascoltava in quel momento pensò che il Cardinale intendesse dire che il vino era così buono da essere valutato un prodotto sacro, e quindi, da quel giorno in poi quel vino è stato chiamato Vin Santo.

Dalla storia si passa agli abbinamenti, che da “virtuali” diventano “reali” passando dalla sala degustazione alla sala ristorante con i piatti serviti dal Bettycuore, per una piacevole cena.

Sempre presso il ristorante BettyCuore sono in programma, oltre alle singole serate di degustazione, anche i corsi per sommelier (per info tel. 02 62086249).

Roberto Fusè, Vincenzo Tonetti e Silvano Vignati sono stati gli ideatori e fautori della delegazione Magenta/Abbiategrasso di AIS nel 1996.

Vincenzo Tonetti ricorda che “nel 1997 quando mi sono diplomato, su 30 iscritti ai 3 livelli, ci siamo diplomati solo in 6”. Gli esami sono seri, e gli esaminatori hanno sempre mantenuto nel tempo il rigore, la professionalità e la correttezza dovute per qualificare la figura professionale del sommelier.

“Valorizzare la cultura del vino, è un piacere e un dovere” sottolinea Roberto Fusé che ha conseguito il diploma da Sommelier AIS nel 2006 e nel 2009 quello di Degustatore.

(per chi c’era e chi se lo ricorda Roberto è stato tecnico del suono a Radio Boffalora dal 1976 e poi, quando la radio si è trasferita nell’83, presidente di Radio Magenta).

Nella delegazione magentina sono inseriti anche Irene, Flavio, Marco, Marco, Simone, Nadia, Matteo, Vinicio.

Paola Mazzullo

L’articolo è stato pubblicato su La Libertà del 22 Gennaio 2016, pag. 25