Lezione di filosofia con Carlo Sini

Bolognese di nascita e milanese d’azione ha insegnato Storia della filosofia e Filosofia della storia all’Università dell’Aquila e per trent’anni Filosofia Teoretica all’Università di Milano, ha fondato il “Collegium Phaenomenologicu” di Perugia e organizzato negli anni settanta i “Colloqui di filosofia”. Ha fatto parte del Direttivo Nazionale della Società Filosofica Italiana e dell’Insitut International de Philosophie di Parigi; è socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e dell’Archivio Husserl di Lovanio. E’ stato insignito nel 1985, per il libro Immagini di verità, del Premio della Presidenza del Consiglio dello Stato italiano. Ha tenuto corsi, seminari e conferenze in tutto il mondo. E’ autore di un gran numero di saggi e articoli apparsi su riviste e giornali; la bibliografia dei suoi libri più importanti conta attualmente oltre quaranta titoli. Nel 2014 la Commissione per la Concessione delle Civiche Benemerenze del Comune di Milano gli ha assegnato la medaglia d’oro per l’altissimo profilo della sua attività didattica e scientifica. Con queste parole Daniela Parmigiani, presidente dell’associazione culturale Urbanamente che collabora con l’Amministrazione cittadina per l’organizzazione delle Lezioni filosofiche di Magenta Cultura 2016, ha introdotto l’ospite della serata: il Prof. Carlo Sini.

Un applauso caloroso di benvenuto e poi inizia una lezione interessante e difficile che parte dalla distinzione tra l’essere e l’individuo, per spiegare cosa significa libertà dell’essere e non dell’individuo, che è il titolo della serata.

Molti gli spunti per indagare e riflettere sul tema della libertà, della responsabilità e del destino; il professore utilizza anche molti esempi per aiutare la platea a seguirlo nel suo excursus storico/filosofico che tocca Spinoza, Hobbes, Nietzsche e Kant. Il primo è quello dell’imperatore filosofo Marco Aurelio, che ha lasciato un diario intimo nel quale esprime il meglio dell’ideale stoico, cioè l’accettazione del proprio destino, del proprio compito umano, senza nessuna ribellione. Marco Aurelio è un imperatore che passa la sua vita lontano dagli agi del comando e del palazzo per combattere i barbari ai confini dell’impero; un uomo che accoglie il destino con la consapevolezza dei dolori e delle salvezze che ci vengono affidate, con la consapevolezza che ciascuno può fare qualche cosa per gli altri, in una vita affidataci dagli dei.

“L’uomo è consapevole di ciò che gli accade, ma la consapevolezza è sufficiente per dire che l’uomo è la causa delle proprie decisioni?” prosegue il professore, e propone ancora un esempio per aiutare a comprendere: “pensiamo a un sasso lanciato nello spazio; supponiamo che il sasso durante il suo volo prenda coscienza di se stesso; il sasso potrebbe allora immaginare di essere la causa del proprio movimento, confondendo l’avere coscienza di una cosa con l’essere causa di una cosa”

“Noi non siamo sassi, rileva Carlo Sini, ma davvero essere consapevoli è sufficiente a determinare le nostre scelte? Abbiamo noi forse deciso di essere italiani, di vivere nel 2016? No, è l’essere (inteso come la totalità delle cose che sono, compreso Dio come totalità dell’essere, l’universo) che si è donato in noi così, noi siamo gettati dall’essere in questa condizione… dobbiamo assumere che siamo uomini di questo tempo e noi, questo, non lo posiamo modificare con nessuna volontà di cambiamento. Noi siamo debitori all’essere di questo dono e nei confronti dell’essere ignari del perché di questo dono”.

E torna l’eterna domanda: l’essere è libero o necessitato? L’individuo è libero? Ciò che accade è necessario (necessitato) oppure accade a caso e poteva capitare in un altro modo? Il professore risponde che l’essere è contemporaneamente e necessariamente, libero e necessitato.

“La libertà non ha a che fare con l’essere, la libertà riguarda l’individuo; la libertà non è una cosa che c’è o non c’è; non chiediamoci se l’uomo è libero ma piuttosto di quanta libertà dispone” dice Sini. E gli esempi ci aiutano ancora una volta: “un carcerato di quanta libertà dispone? Il carcerato ha una sua libertà, 3×4 potremmo dire, dentro la sua cella è libero di muoversi come vuole, quindi ha una “certa” libertà, e prosegue, tutti possono fare il calciatore o il musicista? Certo che no, quindi significa che ognuno di noi, come il carcerato, ha una propria cella entro la quale muoversi, che è determinata dall’educazione ricevuta, dall’ambiente in cui è cresciuto, dai condizionamenti, dalle caratteristiche fisiche e mentali; tutti abbiamo limiti precisi oltre ai quali non possiamo andare. Anche l’ignoranza è un limite. Tutto questo però non ci libera dalla responsabilità delle nostre azioni. La libertà dunque è una questione di coscienza, di consapevolezza”.

Allora pare di aver capito che “la libertà accade nell’azione cosciente e la libertà è un invito al dover essere” (come diceva Kant).

Libertà è qualche cosa che si esercita, non che si è: è un esercizio culturale. “Attraverso la conoscenza, la cultura e l’educazione possiamo rendere resistibile ciò che è irresistibile (come lo sono le nostre paure e le nostre passioni), e Carlo Sini dice ancora, gli strumenti sono due: la riconoscenza e il senso dell’onore”.

“Dietro la riconoscenza non c’è il castigo ma l’amore, e dietro l’onore c’è la vergogna. Amore e onore sono le forze della libertà senza le quali perderemmo la nostra civiltà e il barlume di libertà”.

Il professor Sini lascia la platea, davvero gremita di giovani e di studenti, a riflettere sulle motivazioni che ci spingono ad aderire all’uno o all’altro codice d’onore, aderendo ad una società civile, a un gruppo specifico o a una moltitudine disgregata che non si riconosce in codici precostituiti.

Chiude il sindaco Marco Invernizzi parlando dei troppi muri che dividono le persone e le nazioni; decostruire questi muri significa togliere spazio all’ignoranza e allargare conoscenze, sapere e cultura che potranno darci la speranza per un futuro migliore. E poi aggiunge con ironia ”… la libertà… una sorta di maledizione, perché la libertà si porta appresso la scelta e la responsabilità”. Il prossimo appuntamento per pensare alla libertà è il 23 Febbraio alle ore 21 con Raffaele Simone. La sua lezione sarà: “La rappresentanza e la crisi della democrazia”:

Paola Mazzullo

L’articolo è stato pubblicato su La Libertà del 12 febbraio 2016