Mettere a disposizione il cuore …

Quando si parla di volontariato spesso si pensa a persone che mettono a disposizione il loro tempo; bisognerebbe pensare invece a persone che mettono a disposizione il loro cuore, soprattutto quando si parla di volontari che si dedicano a chi soffre.

ASTED (Associazione per lo Studio e la Terapia del Dolore) opera dal 1997 nel campo dell’oncologia e delle cure palliative presso l’Unità Operativa di Oncologia dell’ospedale Fornaroli di Magenta. Nata dalla passione di medici e infermieri anestesisti per occuparsi della terapia del dolore, l’associazione si è poi arricchita dell’opera di volontari, che si dedicano alle relazioni con i pazienti e famigliari, per il supporto psicologico.

Sono 20, ad oggi, i volontari appartenenti all’associazione e provenienti da tanti paesi nel circondario di Magenta; il presidente è il dottor Alfredo Punzi di Robecco sul Naviglio.

L’associazione di volontari Asted – gruppo Antonio Garavaglia (dal nome del medico co fondatore dell’associazione, scomparso per malattia oncologica qualche anno fa) oggi si occupa principalmente del servizio di psico-oncologia rivolto ai pazienti e ai loro familiari ma anche alla formazione dei volontari, nuovi e “già rodati”, con l’obiettivo di garantire l’acquisizione di una competenza relazionale che renda efficace e costruttiva la relazione di aiuto. Perché non ci si improvvisa volontari: occorre sperimentarsi in un colloquio con la psicologa, partecipare a un corso di formazione, praticare il tirocinio. Per dedicarsi ai malati bisogna essere preparati e professionali. E’ previsto l’intervento di un solo volontario per volta nel reparto di degenza e uno nel settore del day hospital, con turni che coprono mattina e pomeriggio, per non interferire con la routine giornaliera del reparto e non disturbare l’intervento di medici e infermieri o il bisogno dei parenti in visita di stare in intimità con i propri cari.

Una volta al mese i volontari si incontrano in gruppo, con la supervisione della dottoressa psicologa Chiara Punzi e della dottoressa Maria Savaré, per discutere casi problematici e approfondire le tematiche del volontariato. Fondamentale l’appartenenza a un gruppo per condividere sensazioni e stati d’animo, per trovare la forza di superare il burnout dato dal contatto frequente con le emozioni dolorose di altre persone, per superare la condizione di stress emotivo che si sperimenta entrando in empatia con i malati e i loro famigliari. Dalle riflessioni generali su come affrontare la malattia e il dolore si arriva alle riflessioni personali sul proprio modo di affrontare la vita; il confronto con le esperienze e le emozioni degli altri sostengono i volontari nella ricerca del miglior modo per accogliere l’esperienza dei malati, e trovare la forza per dare loro conforto e solidarietà, anche quando è vicina la fase terminale della malattia.

Alle volte basta offrire un caffè, un tè, tendere una mano in una carezza per aiutare il malato a distogliere per un attimo i proprio pensieri dalla malattia e dal dolore, dalla paura; iniziare una chiacchiera, magari banale, sul quotidiano, per iniziare un rapporto di fiducia, per distendere l’atmosfera, per aprirsi al sorriso”. Così raccontano i volontari e le volontarie riunite nella sala Biasioli dell’ospedale Fornaroli. “Il tempo delle terapie, da effettuare nel reparto Day Hospital, è lungo e ripetitivo, 4 o 5 ore da far scorrere sono interminabili, fanno paura, mettono ansia e non essere da soli può fare la differenza” aggiunge Gloria Romanini che mentre racconta della sua malattia sottolinea: “I volontari sono quegli angeli che percorrono i corridoi, che hanno una parola per tutti, un pezzo di cuore per tutti. Ci si può ammalare ma si può anche guarire, condividere i propri stati d’animo è importante, condividere l’esperienza è importante, stare insieme è importante.” E racconta dei momenti organizzati dalla dottoressa Chiara Punzi e da tutto lo staff, per promuovere l’appartenenza a un gruppo solidale, con i momenti dedicati alla scuola di trucco per le signore, ai corsi di meditazione e relax. Allo stimolo che di volta in volta i volontari sanno dare per stimolare una conversazione quando il morale dei malati è troppo basso per aver voglia di parlare gli uni agli altri.

L’associazione promuove anche iniziative culturali e ne parlano Amalia Grassi, responsabile dei volontari dell’associazione e Livia Prandoni e Patrizia di Paola, due volontarie: “Coltivare una passione è importantissimo nella vita, anche nella vita di chi si ammala; l’arte aiuta a esternare pensieri ed emozioni, a rivelare l’interiorità di ciascuno”. E così nel 2015 i volontari di ASTED hanno organizzato una mostra di quadri, nella biblioteca comunale di Robecco sul Naviglio, dal titolo “Il miracolo sono io”. Una cinquantina le opere esposte di Benito Romanini, artista autodidatta, deceduto per un tumore, che sognava di notte i suoi quadri e al mattino li dipingeva. I visitatori hanno lasciato pensieri e parole che saranno presto raccolti in un libro, per dare continuità e memoria all’opera di Benito ma anche come prospettiva per altre iniziative culturali. E si parla già di una nuova mostra dedicata al tema dell’intimità, intesa non come vicinanza fisica o sessuale ma come voce di un’anima che parla a un’altra anima.

L’associazione è una Onlus e si occupa perciò anche della raccolta fondi che vengono utilizzati di volta in volta per finanziare l’acquisto di strumentazione e arredo per il reparto di oncologia o il supporto di uno psicologo; a oggi sono state donate poltrone per chemioterapia, carrelli per farmaci e medicazioni, impianto di condizionamento per il reparto del Day Hospital oncologico, pompe e aste per infusione di farmaci, saturimetri, libri di interesse scientifico ed è stato finanziato anche il prezioso operato della dottoressa Chiara Punzi. La dottoressa psicologa ha iniziato la sua collaborazione come volontaria poi negli anni il suo intervento è stato finanziato da Asted per 10 ore settimanali. Quest’anno le verrà riconosciuta una borsa di studio di 8 ore a settimana dall’azienda ospedaliera, ma per garantire il suo prezioso operato continueranno anche i finanziamenti da parte dell’associazione.

A proposito il 14 maggio alle ore 20,30 i volontari Asted organizzeranno per sostenere l’associazione, presso la sala Beato Paolo Vi di Corbetta, una cena con ballo (suona la Mimmo Band) aperta a tutti; è gradita la prenotazione per sapere quanti kilogrammi di riso mettere a tostare in padella (telefonare 02 9777836). Ci sarà anche una lotteria con 25 premi; il premio più bello, distribuito a tutti, e senza bisogno di estrazione, è la simpatia e il cuore grande di questi volontari.

Per la cena e per sostenere l’associazione “A manchi no, mi!”

Paola Mazzullo

L’articolo è stato pubblicato su Ordine e Libertà del 22 aprile 2016, pag. 33