Roberto Passerini, del Consorzio Est Ticino Villoresi, e Stefano Gomarasca, della facoltà di Agraria dell’Università di Milano, hanno affascinato i partecipanti all’incontro sulla “Gestione del sistema irriguo e qualità delle acque” che si è tenuto sabato 5 marzo alla Cascina dei Piatti – agriturismo L’Aia.
A supporto delle relazioni tecniche sono stati presentati filmati, fotografie e aneddoti particolarmente suggestivi e l’accoglienza calorosa e affettuosa di Anna Baroni e della sua famiglia ha completato la bella atmosfera. Questo, alla Cascina dei Piatti, era il terzo di sei incontri, sul tema del “potenziamento della connessione ecologica attraverso la matrice agro-alimentare”, che costituiscono il progetto “Librarsi”. Il progetto è stato finanziato da Fondazione Cariplo e promosso da Legambiente in parternariato con i comuni di Abbiategrasso, Albairate, Cisliano e Vittuone per la salvaguardia della biodiversità, attraverso la realizzazione di connessioni ecologiche, nella zona agricola tra il Parco del Ticino e il Parco Agricolo Sud Milano.
Il progetto prevede la realizzazione di un modello di conduzione agro-ambientale creato in condivisione da agricoltori, popolazione e amministrazioni locali dove le buone pratiche agricole stimolano e mantengono la biodiversità. Anna Baroni e il marito Massimiliano hanno raccontato la storia dell’ antica cascina dei Piatti e mostrato documenti inediti su come veniva regimentato il lavoro nei campi, nelle stalle, con dettagli precisi sulla piantumazione e i tagli degli alberi lungo i fossi, sulla gestione delle acque da parte del camparo.
Roberto Passerini ha raccontato la storia de “L’uomo agricolo e l’acqua che va in basso”, costruendo diapositiva dopo diapositiva, il panorama affascinante della nostra pianura con le acque che scorrono e affiorano, che modificano il territorio e creano le condizioni ottimali per l’agricoltura. “I fontanili e i canali della nostra zona, con la doppia rete irrigua e di bonifica, sono stati realizzati dall’uomo agricolo per rendere fertili le zone più asciutte e per regolare il deflusso delle acque nelle zone paludose, per garantire i raccolti e limitare gli straripamenti, sono preziosi e insostituibili –dice Roberto Passerini– oggi sono conservati e gestiti dagli agricoltori a costo di grandi sacrifici e dispendio di energia, ma nelle aree urbanizzate i canali sono spesso considerati ostacoli e vengono tombinati o eliminati”. Canali, fontanili, cave e rogge disegnano un reticolo perfetto che caratterizza il paesaggio della Lombardia; 17.179 kilometri fanno capo ai consorzi di bonifica lombardi e altre decine di migliaia di kilometri sono di proprietà privata.
“Le acque lombarde tra passato e presente” sono state invece oggetto dell’intervento di Stefano Gomarasca che ha raccontato di Alpi e fontanili, di progetti regionali di recupero, ma anche del lago di Gerundo, che occupava un ampio territorio tra Adda e Serio, Brembo e Oglio, interessando le province di Milano, Bergamo, Lodi e Cremona. La fantasia popolare narra che un tempo nelle acque del Lago Gerundo vivesse il drago Tarantasio che, avvicinandosi alle rive, faceva strage di uomini e bambini e ammorbava l’aria con il suo alito asfissiante; le esalazioni in effetti c’erano ma erano dovute alla presenza nel sottosuolo di metano e di idrogeno solforato. L’immaginario mostro fu ucciso da un eroe che prosciugò il lago (la bonifica del territorio fu in realtà fatta dai monaci delle abbazie vicine, ndr.); l’eroe era il capostipite dei Visconti di Milano che adottò poi come suo stemma l’immagine del drago-biscione. Il professor Gomarasca suggerisce anche una somiglianza tra il mostro del lago e il cane a sei zampe di Eni, nata proprio per sfruttare i giacimenti di metano in Lombardia…
Marzio Marzorati di Legambiente Lombardia racconta: “Uno dei motivi ispiratori del progetto Librarsi è la convinzione che l’agricoltura, quando riduce l’impiego di fitofarmaci e di concimi di sintesi, rappresenta un prezioso alleato per la rete ecologica, favorendo lo sviluppo della biodiversità e contribuendo alla sua salvaguardia”. Fanno parte del progetto Librarsi sei aziende agricole del distretto neo rurale delle Tre Acque Dinamo: Cascina Resta, Cascina Forestina, Cascina Scanna, Cascina Isola Maria, Cascina dei Piatti (agriturismo l’Aia), Cascina Poscallone.
Ciascuno dei 6 incontri previsti dal progetto si conclude con una degustazione di prodotti delle cascine e per citarne uno, godurioso all’aspetto e al palato, tra i tanti offerti dall’agriturismo L’Aia, il Cornus Mas: corno vundes (con la farina undicigrani) ripieno di erbette e fiori primavera con salsa di corniole. Poi tutti all’aria aperta per una camminata nella campagna tra manufatti antichi con sovrappassi tra cavi e fontanili, alberi, arbusti, erbe… accompagnati dalla sapienza di Massimiliano Radice.
Paola Mazzullo
L’articolo è stato pubblicato su Ordine e Libertà del 11 marzo 2016, pag.