Un convento che non deve restare chiuso: l’Annunciata e la sua storia, tra passato, presente e futuro

Affesco Moietta Abbiategrasso

Un convento che non deve restare chiuso…

Quanti sono i palazzi storici che rimangono silenti a invecchiare tra muffe e intonaci scrostati? Non è il caso dell’ex convento dell’Annunciata di Abbiategrasso: splendido esempio di restauro (ultimato nel 2007) e riutilizzo di una struttura antica restituito alla collettività. Cinque secoli fa, Galeazzo Maria Sforza, a seguito di un voto religioso per essere miracolosamente scampato a una imboscata, decise di far erigere una chiesa: era il 1469.

Nel 1472 l’opera fu completata e la chiesa, nel 1477, consacrata a “Santa Maria Annunziata” e affidata, insieme all’annesso convento, all’Ordine dei Frati minori Osservanti.

Nel corso dei secoli il suggestivo complesso architettonico ha subito diversi cambi di destinazione  d’uso: da convento francescano a ospedale degli incurabili, da magazzino di deposito a case popolari. Le sue sorti cambiano definitivamente nel 1997 quando, acquisito dall’amministrazione comunale, è stato riportato alla sua antica bellezza con un lungo e attento restauro durato quasi 10 anni.

Ora vive di nuova vita, conformandosi ai tempi moderni e facendo da sfondo prezioso per concerti, teatro, risate, musica e colori, cucina.

Nell’ex convento oggi si tengono importanti eventi culturali, conferenze, spettacoli, mostre, concerti di musica classica; in alcuni locali hanno la loro sede tre associazioni cittadine: il Centro di Produzione e Formazione del Teatro dei Navigli, l’Accademia Musicale dell’Annunciata e l’associazione Heiros che si occupa di solidarietà sociale nei confronti di giovani con disabilità fisica e psichica dovute a “disturbo autistico”.

Un luogo ricco di storia e suggestioni, che conserva nella chiesa, a navata unica, il meraviglioso ciclo d’affreschi con le storie di Maria, realizzate da Nicola Mangone da Caravaggio (il Moietta) e nell’ex refettorio i due pregevoli affreschi della Resurrezione e Ultima Cena, risalenti il primo alla fine del ’400 e il secondo a circa due secoli dopo. L’ex convento dispone, oltre alla navata della chiesa adibita a prestigioso auditorium, che può ospitare fino a 220 posti a sedere e dotata di impianto audio e videoproiezione, di due chiostri e di 34 stanze a uso foresteria, con circa 50 posti letto, per poter ospitare artisti e conferenzieri.

Sul sito del comune è pubblicata una pagina di calendario dove si possono leggere tutte le date in cui la struttura è già stata prenotata per eventi, e l’indirizzo e-mail al quale chiedere informazioni per eventuali future prenotazioni.

Oltre all’uso consentito alle associazioni cittadine, l’ex convento può essere richiesto anche per ospitare, a pagamento, cerimonie importanti (recentemente è stato festeggiato proprio in questa struttura il 100 compleanno di vita di una azienda abbiatense, la Faro Antincendi). Ma possono anche esservi celebrati matrimoni e organizzati ricevimenti di nozze.

Negli anni le pareti dell’auditorium sono risuonate con le voci dei cori cittadini, delle bande, di concerti classici o musica etnica; di intrattenimenti teatrali che accompagnavano cene solenni o di conferenze sui temi più disparati dall’acqua del nostro territorio, all’assemblea internazionale Città Slow.

Gli spettacoli del Festival Internazionale Le Strade del Teatro hanno animato cortili e logge, così come mostre fotografiche e istallazioni d’autore.

Si è conclusa recentemente anche la rassegna Ambasciata del Gusto, organizzata da Maestro Martino Milano Gourmet Experience, che ha visto la presenza di oltre 3.500 persone distribuite in 10 domeniche di apertura, interessate agli showcooking dei 10 chef invitati da Carlo Cracco come Ambasciatori del Gusto, dei 5 chef “special guest”, dei 60 chef Elior che hanno partecipato al format Elior Excellence; dei 6 chef non professionisti intervenuti all’iniziativa “chef per un giorno”, senza contare quei 1.000 cuori solidali che hanno partecipato alla serata di beneficenza del 17 settembre pro-Amatrice.

C’è stato un tempo in cui si prospettava l’utilizzo dell’ex convento come sede universitaria, o come scuola di Alta Cucina… ma per ogni futura prospettiva bisogna attendere che venga predisposto e pubblicato un bando ufficiale da parte dell’amministrazione comunale.

Tutti coloro che hanno potuto ammirare la bellezza del luogo sperano che sale e cortili possano risuonare sempre di vita e di gioia, per passeggiare con moderni passi tra chiostri antichi; e allora “ai posteri l’ardua sentenza… di scegliere la giusta destinazione d’uso.

Paola Mazzullo

www.paolamazzullo.it

L’articolo è stato pubblicato su Ordine e Libertà del 28 ottobre 2016, pag.5