Per vedere non basta guardare

Filosofia Magenta Cultura

Magenta Cultura 2017: al teatro Lirico di Magenta, il17 gennaio, si è svolta la prima attesissima “lectio magistralis”. Il filo conduttore che lega gli eventi di quest’anno è “guardare-vedere”; è toccato al filosofo e musicista Massimo Donà aprire il ciclo con “Vedere l’arte”.

Il Professor Donà, laureato in Lettere e Filosofia a Venezia con Emanuele Severino, co-fondatore con Massimo Cacciari della rivista “Paradosso” e attualmente docente ordinario di Metafisica e Ontologia dell’arte presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, è stato di una simpatia travolgente oltre che dotato di un genio unico nell’accompagnare gli spettatori lungo secoli di storia della filosofia e dell’arte creando suspense e attenzione, come se dipanasse l’ avventura di un thriller.

Ci ha pensato una studentessa universitaria del gruppo Oida, Giulia Aurora Radice a presentare il filosofo; citando, dopo la breve biografia e tra le suggestioni proposte, anche le parole dello story teller e cantore d’arte John Berger: «Il vedere viene prima della parola; il bambino guarda e riconosce, prima di essere in grado di parlare. È il vedere che determina il nostro posto all’interno del mondo…».

Il primo invito che il professore rivolge alla sala parte proprio da qui: analizzare la differenza tra i termini “guardare e vedere”: «Guardare è un atto senza specificità; apriamo gli occhi e guardiamo il mondo che si presenta intorno a noi. Vedere invece presuppone attenzione, partecipazione; è la messa a fuoco di qualche cosa di specifico. Tanto è vero che guardiamo tutti le stesse cose, ma ciascuno le vede in maniera differente!».

L’attenzione in sala è palpabile, non un fiato, non un colpo di tosse (nonostante i reduci dall’influenza di questo mese, ndr.). Ci si avventura alla scoperta del concetto del bello; si parte dallo scontro dialettico tra Kant e Hegel e dalle loro prospettive antitetiche sulla bellezza; «Per Kant “il bello è bello” sia nell’opera dell’uomo che nella natura» racconta il professor Donà, in grande sintesi.

Ma i creatori di arte cosa ne dicono? Massimo Donà propone esempi, tratti dal mondo dell’arte, della pittura, della musica, del teatro, della poesia, in un rimando continuo di storie, citazioni, esempi: Marcel Duchamp e DeChirico, Platone e Magritte, Leopardi e Fontana, ma anche Shakespeare, Iannacci, e Jovannotti. Non manca Tommaso D’Aquino.

Racconta degli artisti che, da una certa epoca in poi, vogliono confondere le loro opere con il quotidiano, sciogliere i confini, cancellare gli spazi sacri dedicate all’arte, uscire dai musei… (basta pensare alle recenti istallazioni di land-art presentate anche alla Biennale di Venezia o alla “Fontana-Orinatoio” Di Duchamp).

Il professor Donà è uno che “rappa il jazz” e può quindi fare il verso a Iannacci quando dice “Stiamo a vedere l’effetto che fa!” raccontando di spazzoloni , scope e strofinacci dimenticate nelle sale di un museo e scambiate dal pubblico per istallazioni artistiche.

Una domanda sorge spontanea: «Quindi riconosciamo l’arte solo perchè ci è proposta nella sua cornice?» Allora cosa vuol dirci Iago , nell’Otello, con il suo: «Io non sono quello che sono»? Donà fa assaggiare al pubblico una capacità di sintesi e una cultura smisurata, messa però a disposizione degli ascoltatori, con semplicità, senza pesantezza o retorica, in modo che i concetti siano raggiungibili e apprezzati da tutti.

Alla fine ci salva dal dover conoscere tecnica, dettagli bibliografici e stili per godere di un’opera d’arte; ci suggerisce che non è il come è stata realizzata un’opera a farne arte, ma è il suo mistero; perchè l’artista è colui che ci fa vedere la meraviglia iniziale delle cose, la magia dell’esordio.

Donà saluta il pubblico magentino dicendo: «Ho scopeto una realtà straordinaria nella vostra città, di cultura partecipata e diffusa. Una esperienza che scalda il cuore».

Il sindaco Marco Invernizzi, ideatore e organizzatore, insieme all’associazione culturale Urbanamente, della stagione filosofica anticipa poi le date e i nomi dei filosofi che saranno ospiti nei prossimi mesi a partire dal 31 gennaio con Lea Melandi. Poi rivolge un ringraziamento a sponsor e sostenitori (tra i quali da quest’anno anche Rotary Club Magenta), che hanno permesso l’organizzazione di questa 4 rassegna culturale.

Daniela Parmigiani, presidente di Urbanamente, ricorda le date delle serate “Fuori-lectio” organizzate dai ragazzi Oida (costola giovane di Urbanamente), dove si potranno sviluppare conversazioni amichevoli sui temi trattati dai filosofi: mercoledì 15 febbraio e mercoledì 26 aprile in Casa Giacobbe alle 21 e mercoledì 15 marzo in sala consiliare, sempre alle 21.

Paola Mazzullo

www.paolamazzullo.it

L’articolo è stato pubblicato su  del 20 gennaio 2017, pag. 39