Ci sono ancora gli studenti chini sui banchi con penna, inchiostro e calamaio?
Diremmo di no, sostituiti da generazioni di giovani che viaggiano all’estero per scambi culturali, viaggi di istruzione, viaggi solidali con ore di volontariato, che utilizzano sempre più pc, ipad, ereader o altri strumenti tecnologici e, grazie alla nuova riforma della “Buona Scuola”, praticano la ASL (Alternanza Scuola Lavoro).
L’alternanza scuola-lavoro, obbligatoria per tutti gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori, licei, istituti tecnici e professionali, è una delle innovazioni più significative della legge 107 del 2015 in linea con il principio della scuola aperta.
«La scuola vuole diventare più efficace nel favorire la crescita e la formazione di nuove competenze, contro la disoccupazione e il disallineamento tra domanda e offerta nel mercato del lavoro. Per questo, deve aprirsi al territorio, chiedendo alla società di rendere tutti gli studenti protagonisti consapevoli delle scelte per il proprio futuro» dice la legge.
Ma di cosa si tratta in concreto? Se sulla carta dovrebbe trattarsi di una esperienza formativa innovativa per unire sapere e saper fare, orientare le aspirazioni degli studenti e aprire didattica e apprendimento al mondo esterno… in alcuni casi l’uso distorto ne snatura l’idea e rende inutile l’esperienza perché non fornisce effettive competenze lavorative.
L’Unione degli Studenti della Puglia, per fare un esempio apparso sui quotidiani di qualche giorno fa, dice: «Ci affidano lavori che dovrebbero essere assegnati ai dipendenti; le aziende ci usano come manovalanza gratuita. C’è chi è stato costretto a volantinare per dodici ore al giorno, chi si è trovato a pulire bagni e tavoli al ristorante, anziché affiancare i cuochi in cucina».
Cosa succede invece a Magenta al Liceo Quasimodo, negli indirizzi liceo Classico, Linguistico, Scienze Umane e Musicale? Lo abbiamo chiesto a studenti e docenti; le esperienze fatte sembrano essere molto gratificanti. Certo ci sono pro e contro, perché interrompere il ritmo scolastico e didattico non è sempre facile, ma sono le prime esperienze, serve un po’ di rodaggio, e sono tutti certi che, con il tempo, la gestione di questo percorso scuola-lavoro diventerà più facile.
Con la ASL viene introdotto un metodo didattico e di apprendimento sintonizzato con le esigenze del mondo esterno che chiama in causa tutor interni alla scuola, i docenti, e tutor esterni (i referenti delle realtà ospitanti). Al “Quasimodo” la referente è la professoressa Livia Azzini; l’organizzazione concreta dei progetti, per redigere orari, programmi, coordinare studenti, istituzioni e enti, è affidata ai docenti Elena Castiglioni, Marta Fumagalli e Giancarla Pellegrino.
«Abbiamo istituito percorsi per gli studenti sia aderendo a proposte fornite da Regione Lombardia, o direttamente dal Miur, sia creando in autonomia percorsi legati alla realtà territoriale e alle inclinazioni specifiche dei ragazzi» racconta Elena Castiglioni, docente di Storia dell’Arte.
Sono tanti i progetti previsti, da quello con ASM, l’Azienda Speciale Multiservizi di Magenta, a quello con il Museo Martinitt e Stelline di Milano, al Golgi Redaelli, alle biblioteche, alle scuole materne e elementari del Magentino, Robecchese e Abbiatense.
È partito proprio in questi giorni un progetto particolarmente interessante e legato strettamente alla realtà magentina; le professoresse Elena Castiglioni e Marta Fumagalli hanno proposto ai ragazzi della classe quarta D e B del liceo linguistico di sperimentare l’insegnamento verso i compagni più giovani, che frequentano le scuole medie “IV Giugno” e a Pontevecchio. I liceali saranno “docenti di storia locale”; guidati e supportati dai loro insegnanti incontreranno rappresentanti di associazioni locali, Pro Loco, enti e aziende, utilizzeranno testi antichi custoditi nella biblioteca magentina, visiteranno il Museo della Battaglia e l’Ossario, prepareranno mappe e cartine, diapositive e presentazioni, per stimolare la creatività e l’apprendimento dei loro giovani allievi e si sperimenteranno in “prove di insegnamento” con lezioni in classe, utilizzando il linguaggio multimediale, ma anche con l’ausilio di cruciverba, di parole chiave in lingua francese e proveranno a proporre una multidisciplinarità che si preannuncia particolarmente interessante.
Le classi terze e quarte del “Quasimodo” coinvolte nei progetti ASL, per l’anno scolastico 2016-2017, sono in totale 17: 364 ragazzi pronti a mettersi concretamente in gioco.
Paola Mazzullo
www.paolamazzullo.it
Pubblicato il 17 marzo 2017 su Ordine e Libertà, pag. 31