I bambini della Calderara a scuola

Vi ricordate la baraonda che provocò la notizia dell’arrivo di 100 nuovi migranti a Magenta? Era luglio… il numero delle persone in arrivo fu ridotto a 50, poi a 29.

Il 5 settembre, 12 mamme e 17 bambini furono accolti alla Cascina Calderara; chiedevano protezione internazionale, arrivavano dall’Eritrea dopo aver provato paura, fame, violenze.

Già, e poi? In questi mesi la loro vita è trascorsa tranquilla e dal 9 gennaio, con la riapertura delle scuole dopo le vacanze di Natale, 12 bambini eritrei sono stati anche accolti a scuola. Un luogo che non avevano mai frequentato nel loro Paese.

Tre di loro sono stati inseriti in una classe seconda della primaria De Amicis; quattro alla Giovanni XXIII in prima, due nella classe prima alla Santa Caterina; i tre bambini più grandi nelle classi prime della scuola media Baracca.

L’amministrazione comunale, di concerto con entrambi gli istituti scolastici, ha ideato un progetto per accogliere questi bimbi, che mai avevano frequentato la scuola: 15 ore settimanali, di cui alcune in classe, per attività non verbali, come immagine, musica e motoria e alcune, quelle specifiche di alfabetizzazione, invece fuori dalle classi. Durante le attività sono sempre presenti un mediatore linguistico e un facilitatore.

Alcuni bambini, quelli che frequentano la De Amicis, un giorno a settimana si fermano anche a pranzo in mensa; e no… non ci sono problemi legati all’alimentazione, in quanto i bambini sono cristiani copti.

«Gli studenti sono stati preparati all’arrivo dei bambini stranieri, e li hanno accolti con grande serenità -racconta l’assessore alle Politiche per l’Istruzione Paola Bevilaqua– Per esempio abbiamo lasciato scegliere a loro in quali banchi far sedere i nuovi arrivati. Tutto procede davvero senza difficoltà. I bambini eritrei avevano voglia di frequentare la scuola; basta guardarli… sorridono sempre!».

Alla Cascina Calderara è stata allestita una ludoteca dove i cinque bimbi in età prescolare posso seguire attività diverse.

Che bello sapere che a scuola, nei momenti di gioco, all’ora di pranzo… per i bambini, le manine da stringere, hanno tutte lo stesso colore.

Paola Mazzullo

www.paolamazzullo.it

L’articolo è stato pubblicato su La Libertà del 20 gennaio 2017, pag. 38