Lucia Tellone: un concentrato di grinta, tenacia e passione.
E’ spontanea ma decisa mentre spiega le sue creazioni gourmet: “L’autunno nel piatto”, “Ricordi di un pastore”, “Le mie radici”; la chef argomenta i suoi piatti mescolando vita e cultura, poesia e tradizioni: l’alimentazione della sua terra è fortemente legata alla storia dei pastori, della trasumanza e ci riporta con le sue parole anche ai versi di D’Annunzio “Settembre … E’ tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare …”
Mentre parla Lucia Tellone muove con agilità e precisione le mani per impastare, tagliare, guarnire e ci regala un risultato di grande effetto estetico ma soprattutto di un gusto speciale. Lo scorso fine settimana all’Annunciata di Abbiategrasso per cucinare le ricette della sua terra ha utilizzato ingredienti lombardi: prodotti nostrani ma conditi con la storia, i ricordi, le sensazioni mai dimenticate dell’infanzia passata in Abruzzo e di cui parla con un amore profondo e l’emozione nella voce. “La mia – afferma – sarà sempre una cucina non troppo artificiosa, tradizionale e fortemente comunicativa, con un gusto per le novità e per i sogni… come me”.
Una chef solare, estroversa, socievole: quando ha saputo di essere stata scelta per far parte della squadra dei 12 “Ambasciatori del gusto” selezionati da Carlo Cracco ha telefonato ai futuri compagni di avventura, per condividere gioia, sorpresa, ma anche programmi e progetti, ricette e consigli. “Ci sentiamo al telefono spesso, ci aiutiamo, siamo diventati amici” conferma Lucia.
Perchè lei ci crede proprio nell’amicizia, crede che stare insieme e condividere la propria esperienza e il proprio sapere sia il modo migliore per crescere e vivere felici!
Lucia Tellone è arrivata ad Abbiategrasso accompagnata dalla mamma Soraia; una mamma curiosa di vedere in che mondo si muove la sua “bambina” che è appena tornata da un anno trascorso all’estero. E Lucia si tiene la mamma vicina e la abbraccia.
Questa giovane chef, nata e cresciuta a Villa San Sebastiano frazione di Tagliacozzo (L’Aquila), racconta che ha iniziato ad amare la cucina da quando bambina aiutava la mamma e la nonna a tirare la sfoglia per i pranzi domenicali, a fare gli gnocchi per i giovedì in famiglia… le preparazioni diventavano un rito, si inserivano nella tradizione e le sono rimaste nel sangue e nel cuore; poi c’erano i pomeriggi passati con il nonno al pascolo dove ha imparato il rispetto per la natura e l’amore per i suoi frutti, poi ancora la stalla alla sera dove si mungevano gli animali, poi la cara nonna che preparava il formaggio profumato: tutto si è mescolato e sedimentato nel profondo. E il tempo passa arriva l’ora del liceo, poi la Facoltà di Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma e il bisogno di contribuire al proprio mantenimento per continuare gli studi. “D’estate e in tutti i fine settimana, per sei anni, tornavo a casa e aiutavo ne “La Cantina del Brigante” a Tagliacozzo. Lavorare nei ristoranti era una necessità ma poi ho capito di aver davvero trovato la mia strada”. E questa nuova passione le fa interrompere gli studi a 4 esami dalla laurea. Parte Lucia da Tagliacozzo e lavora in Calabria, Lombardia, Veneto, Trentino ma non di sola Italia è fatta l’enogastronomia perciò prosegue per il “Maaemo” di Oslo in Norvegia. “Lì la cucina è povera in ingredienti, ma ricca di idee, di creatività, di innovazione.” E racconta della sua novella passione, nata proprio in Norvegia, per aromatizzare gli olii con ingredienti anche inaspettati: il fieno, le ghiande delle querce, gli aghi di pino.
Poi è la volta di Stoccolma in Svezia al “Frantzén” (due stelle Michelin), centro d’avanguardia sull’importanza della materia prima. E poi Cracco che individua personalmente 12 giovani chef in base a criteri molto severi tra i quali la formazione con esperienze significative all’estero, il radicamento al proprio territorio d’origine e una forte propensione all’innovazione e alla contaminazione culturale. Ed ora eccola qui La chef Tellone, all’Ex Convento dell’Annunciata di Abbiategrasso che con voce rassicurante suggerisce a Isaia, un ragazzo che ha appena iniziato la scuola alberghiera, di assaggiare con curiosità tutto, di viaggiare per sperimentare sapori e profumi, di non spaventarsi davanti a niente, di dominare l’orgoglio di credersi arrivati, di avere rispetto verso le persone con cui si collabora, dal lavapiatti al cameriere, perché nei lavori di squadra ogni anello della catena ha il suo valore e la sua importanza, di prendere il buono da ciascuna esperienza. Lucia Tellone gli conferma che è importante amare le proprie origini e portarle sempre con sé e conclude sorridendo “si diventa bravi cuochi soprattutto se non ci si dimentica di utilizzare il cuore”.
Paola Mazzullo
L’articolo è stato pubblicato su La Libertà del 2 Ottobre 2015, pag. 32.