Una nuova filiera tra pastore transumante e aziende del territorio

 

È nata una nuova filiera, nell’interesse reale del consumatore. Una operazione al di fuori dei circuiti della Grande Distribuzione i cui protagonisti sono i verdi prati della vallata di Robecco, le pecore con il loro pastore e tre aziende agricole del territorio.

Dino Morelli, che ama la natura e gli animali ma anche la solitudine dei giorni e delle notti di una vita sempre libera, fa il pastore transumante da 25 anni. Lui e il suo gregge trascorrono l’estate e l’autunno in un alpeggio a 2000 metri, nella Valle di Scalve, in provincia di Bergamo, nel cuore del Parco delle Orobie Bergamasche; poi a fine ottobre scendono a valle per svernare, con concessione dei proprietari, nelle campagne intorno a Robecco.

Il lavoro di Dino è avventuroso e caparbio, in continuo dialogo con il silenzio, il vento e l’attenzione mai sopita per le sue amate bestie; sono 240 le pecore di Dino, più qualche capretta, tre asinelle, i cani Orso e Lupo. La pastorizia è un lavoro duro che sta diventando sempre più difficile da sostenere per problemi tecnici, pratici e burocratici ma Dino non sa rinunciare ai suoi animali, e persegue la sopravvivenza di questa attività e della vita ad essa legata.

Dopo anni di convivenza con la comunità robecchese, dove si è fatto ben volere per gentilezza, serietà e correttezza, è nata la collaborazione con le aziende del territorio: l’agrispaccio I Pep Lung, La bottega di Casterno e l’agriturismo Cascina Forestina di Cisliano. I proprietari di queste aziende desiderano promuovere e sostenere la realtà della pastorizia dall’alta valenza culturale e ambientale: per il fascino di un mestiere che sta scomparendo, per il ruolo che un pascolo ben gestito ha nella conservazione della biodiversità e per un prodotto, la carne ovina, di alta qualità e a bassissimo impatto ambientale, dal momento che le pecore pascolano libere e fino allo svezzamento vengono allattate dalla madre.

Luca Garavaglia, uno dei proprietari dell’azienda agricola i Pep Lung ha precisato che «sarà una collaborazione continuativa, e non stagionale, per dare origine a una filiera che si basa davvero sulla qualità del prodotto. Conosciamo bene Dino e sappiamo che tratta i suoi animali nel rispetto di tutte le normative e perseguendo il loro benessere; i suoi sono ovini che non vengono mai alimentati artificialmente e che sempre pascolano liberi».

Andrea Pirovano, uno zoologo libero professionista che vive in una cascina nel Parco del Ticino, ci tiene a suggerire che la nascita di questa filiera potrebbe essere anche spunto per organizzare gite a Robecco sul Naviglio, non solo per acquistare le carni ovine all’agrispaccio de I Pep Lung, alla Bottega di Casterno o apprezzarle nelle preparazioni del ristorante dell’agriturismo La Forestina, ma anche per conoscere meglio le meraviglie di un Parco alle porte di Milano e scoprire Dino, il suo gregge e un mestiere che sta scomparendo.

Paola Mazzullo

www.paolamazzullo.it

Pubblicato su Ordine e Libertà del 31 marzo 2017, pag. 31