Una palla di neve sporca a primavera

«O tu, stella randagia, astro disperso, che forse cerchi, nel tuo folle andare, la porta onde fuggir dall’universo…» cantava il Pascoli alla stella cometa di Halley; ora è il turno di “C/2015V2 Johnson” che si sta avvicinando.

È dal grande “frigorifero cosmico” che partono le comete… pezzi di roccia ghiacciata che sfuggono dalla nube di Oort e si avvicinano al Sole a grande velocità; alcune percorrono orbite chiuse e si ripresentano periodicamente, altre percorrono un’orbita aperta e passano solo una volta in prossimità del Sole. Ma tutte, quando si avvicinano a poche centinaia di milioni di chilometri dalla nostra Stella, si fanno belle e sfoggiano una chioma luminosa: è il ghiaccio contenuto in esse che si vaporizza formando attorno al nucleo roccioso una nube sferoidale di gas e polveri, che diffonde la luce del Sole. La coda di una cometa può raggiungere i 150 milioni di chilometri, pari alla distanza Terra-Sole…

Dalla Stazione Astronomica di Sozzago, il professor Federico Manzini ci racconta che nei mesi scorsi si è visto un costante flusso di “palle di neve sporca” (ahimè sono davvero fatte così, ndr.) cioè le comete delle zone interne del nostro Sistema Solare.

Nella prima parte dell’anno sono passate le comete 41P/Tuttle-Giacobini-Kresák, 2P/Encke, 45P/Honda-Markov-Padjudašáková, C/2015ER61 PanSTARRS e infine la cometa C/2017E4 scoperta dall’australiano Lovejoy, tutti oggetti deboli che necessitavano di un telescopio per essere visti.

«Finalmente arriva una cometa con un nome molto più facile da pronunciare la C/2015V2 Johnson. Non solo con un nome più facile da pronunciare, ma anche con una luminosità più elevata, tanto che è già visibile con un binocolo» annuncia Manzini.

La cometa Johnson è stata scoperta dall’astronomo Jess Johnson, con i telescopi della Catalina Sky Survey, nella notte del 3 novembre 2015 mentre era ancora a 925 milioni di kilometri dalla Terra. «Attualmente è ben posizionata, per gli osservatori dell’emisfero nord, dopo il tramonto; in questi giorni brilla di magnitudine +8 mentre si sta muovendo attraverso la costellazione di Boote che è dominata dalla splendida stella gigante gialla Arcturus».

Diventerà ancora più luminosa e sarà facilmente visibile al binocolo, ma anche a occhio nudo, nei prossimi giorni; la sua visibilità raggiungerà il culmine il 6 giugno quando sarà nel punto più vicino alla Terra (solo 121 milioni di kilometri); a 5 gradi dalla splendida Arcturus, la terza stella più luminosa dei nostri cieli.

Questo è probabilmente il primo e unico viaggio della cometa “Johnson” attraverso il Sistema Solare interno, in quanto è posta su un’orbita iperbolica aperta, ed è destinata ad allontanarsi definitivamente dal sistema solare dopo essere stata brevemente “riscaldata” dal Sole.

Man mano che la cometa si allontanerà, la coda si accorcerà fino a non essere più visibile, e la cometa ritornerà nel buio profondo da cui è venuta.

Paola Mazzullo

www.paolamazzullo.it