Una “cena sospesa” per chi è in difficoltà

Dopo aver parlato del “caffè sospeso” nato grazie alla solidarietà partenopea, dell’empanada pendiente e dell’iniziativa del libro sospeso (sul numero del 10 Luglio), ora è la volta della “cena sospesa”.

Nell’anno di Expo 2015, dedicato alla nutrizione, Milano la propone come gesto di solidarietà concreta nei confronti di chi è in difficolta. Tutti possono dare un contributo scegliendo di cenare in uno dei 28 ristoranti milanesi che hanno aderito all’iniziativa; si lascia un’offerta o in contanti, in busta chiusa, direttamente al ristorante (la Caritas raccoglierà le buste), o con un pagamento online con l’applicazione Hype Wallet, fotografando un “QR Code” stampato sul volantino esplicativo a disposizione nei ristoranti. Le offerte contribuiranno all’acquisto di ticket restaurant solidali del valore di 10 euro.

L’idea è promossa dalla Diocesi di Milano, Caritas Ambrosiana, Comune di Milano, Confcommercio e associazioni di categoria ed è stata presentata a Palazzo Marino il 15 luglio; testimonial è lo chef Carlo Cracco.

Le “cene sospese” prenderanno avvio durante i primi giorni di Agosto, la fase sperimentale si concluderà a Novembre.

I ticket saranno distribuiti, dai 171 Centri di ascolto Caritas presenti nella città di Milano, alle famiglie in difficoltà. Per stabilire il numero dei ticket e la frequenza di erogazione, il Centro di ascolto valuterà la situazione socio-economica, il numero di minori a carico, lo stato di disoccupazione dei componenti attivi della famiglia e quali azioni sono in corso per la ricerca del lavoro, l’attivazione della rete dei servizi territoriali.

Chi li riceverà potrà spenderli in uno dei 4000 ristoranti e caffè della città come un qualsiasi altro cliente.

Monsignor Erminio De Scalzi, vicario episcopale per gli eventi, afferma che la “cena sospesa” è un modo per affrontare concretamente i temi di Expo con un gesto discreto che non mette a disagio.

“Non conta solo il gesto di donare ma anche come lo si fa, e il poterlo fare in modo così discreto aiuta tantissimo -ha commentato Carlo Cracco- spero che l’idea abbia adesioni massicce perché aiutare chi ha bisogno non è una missione solo di Caritas e comune, ma di chiunque lavora e ha la fortuna di poter donare qualcosa”.

Accogliendo le parole del celebre chef speriamo che questa iniziativa si diffonda presto arrivando anche ad Abbiategrasso, che Carlo Cracco conosce ed ama, promuovendo proprio all’ex convento dell’Annunciata, l’iniziativa “Ambasciata del Gusto – Good food in good Expo”.

E se è vero che Expo ha obiettivi etico-sociali, avrà raggiunto il suo scopo se riuscirà a lasciare un segno concreto nelle buone abitudini di noi tutti. E questa potrebbe essere una buona abitudine.

Paola Mazzullo

L’articolo è stato pubblicato su La Libertà del 7 Agosto 2015, pag. 4.